Assegno unico ed universale pensato per il 2023 per i figli a carico ecco quali sono gli importi previsti per luglio.
Ormai è risaputo che il livello di reddito per chi giova dell’assegno unico è soggetto a rivalutazione annuale infatti già dal 1 luglio è partita la nuova misura.
Il 1 luglio di ogni anno infatti si misura la variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli imprenditori tutto ciò viene calcolato dall’Istat prendendo in considerazione l’anno di riferimento dei redditi nell’anno precedente.
L’Inps il 9 giugno era già pronto a pubblicare la nuova circolare con i nuovi importi dell’assegno unico che saranno in vigore per il 2023 e che partiranno già dal 1 luglio.
Assegno unico universale i nuovi importi dal 1 luglio cosa dice la circolare dell’Inps
La nuova circolare pubblicata dall’Inps riporta che secondo il decreto legislativo del 29 dicembre 2021 l’assegno unico per i figli a carico ha abrogato dal 1 marzo l’assegno anche ai nuclei familiari con figli orfani, per cui sono stati presi in esame nuovi modelli di reddito.
Secondo l’indice dei prezzi al consumo vi è una variazione percentuale per le famiglie degli operai e degli impiegati al netto di tabacchi calcolata dall’Istat tra il 2022 e il 2021. La variazione risulta essere pari all’8,1 %. Sono stati poi valutati livelli di reddito che riguardano gli importi mensili degli assegni per i nuclei familiari questa rivalutazione sarà valida dal 1 luglio 2023 al 30 giugno 2024.
Sono stati allegati alla circolare le tabelle con i nuovi livelli reddituali oltre agli importi mensili e cambieranno già dal 1 luglio. Inoltre è stata pubblicata una circolare dal ministero dell’economia delle finanze nella quale viene ribadita la rivalutazione dei livelli di reddito per il periodo sopra citato. Chiaramente chi ha cambiato lavoro ed ha un reddito più alto o chi comunque per qualunque motivo non rientra più nei parametri per poter ottenere l’assegno unico anche se lo ha ottenuto in passato non potrà continuare a percepirlo.
Stesso discorso vale se ad esempio l’età dei figli a carico ha superato la soglia massima. Questa misura è pensata infatti principalmente per le famiglie in difficoltà ed ancor prima proprio per i bisogni che possono avere i più piccoli.