Assegno unico cosa cambia ecco le dichiarazioni dell’Inps riguardo la misura di sostentamento.
Per quanto riguarda l’assegno unico ci sarà un riconteggio da parte dell’Inps riguardo le risorse a disposizione per questo sussidio. La misura è rivolta al mantenimento dei figli minori di 21 anni a carico.
A quanto pare la misura per ricevere il sussidio verrà modificata, molte famiglie riceveranno un conguaglio medio di circa 270 € ciò deriva da alcuni calcoli sulle erogazioni del 2022 il primo anno in cui è stato istituito l’assegno unico introdotto dal governo Draghi. Ad oggi sono state corrette le asimmetrie di varia natura ed è stato calcolato lo status delle famiglie che lo percepiscono, sono state prese in considerazione anche le nuove nascite.
Ad oggi sono disponibili circa 140 milioni di euro pensati per le famiglie più in difficoltà. Alcune famiglie che hanno percepito l’assegno unico dovranno ridare allo Stato circa 41 € l’una. Si tratta di tutte quelle famiglie i cui figli hanno superato 21 anni e non lo hanno comunicato direttamente allo Stato continuando a percepire l’assegno unico.
Secondo i calcoli dell’Inps chi percepirà l’assegno unico riceverà una quota leggermente più alta, alcuni cittadini dovranno restituire una parte dell’assegno unico tramite delle rate invece chi continuerà a giovarne riceverà qualcosa in più.
Purtroppo la cifre a disposizione per questa misura non sono poi così alte e sono stati spesi molti soldi per l’assegno unico, si pensi solo che nel 2022 lo Stato ha investito 13 miliardi sostenere le famiglie in difficoltà e ad oggi l’importo medio per ogni figlio è di circa 54 € per chi non presenta per chi non supera la soglia massima di 43.000 €.
Chi fa parte della soglia più bassa di reddito riceve invece circa 200 €. La misura dell’assegno unico ha anche l’obiettivo di sostenere la famiglia e la natalità tema che è al governo Meloni sta molto a cuore e che anzi ha dichiarato di voler potenziare.
L’attuale governo infatti tra i suoi obiettivi ha quello di aumentare l’assegno unico universale facendolo crescere al 50% entro fine legislatura. Anche l’Inps ha l’obiettivo di ridurre al minimo nei prossimi anni la necessità di riconteggiare.