BELFORTE DEL CHIENTI – Quattro lupi che in pieno giorno sono arrivati fino al giardino di casa.
E’ quanto accaduto ad Amalia Arpini, imprenditrice agricola della Coldiretti Macerata, che si è ritrovata il mini-branco quasi davanti alla porta, a Belforte del Chienti, prima di riuscire a farli fuggire. “Abbiamo sentito i cani abbaiare e dalla finestra abbiamo visto quattro lupi che giravano intorno alla casa puntando alla stalla dove c’è il nostro gregge – spiega l’allevatrice -. Alla fine siamo riusciti a farli fuggire facendo rumore, ma è la seconda volta nel giro di pochi giorni che si avvicinano così tanto in pieno giorno”.
"Anche se in questo caso non ci sono stati danni alle pecore – fa sapere Coldiretti Macerata -, resta la necessità di adottare misure efficaci a tutela degli allevamenti. Un tema che proprio in questi giorni è stato discusso al Ministero dell’Ambiente, in occasione della presentazione del Piano d’azione nazionale per la conservazione e gestione del lupo. Un’eccessiva e non gestita presenza di lupi rende impossibile, infatti, l’allevamento allo stato brado, che rappresenta un’attività agricola fortemente orientata alla valorizzazione ed alla tutela della biodiversità. I sistemi di prevenzione normalmente adottati, ad esempio con recinti o cani addestrati, per evitare i danni agli armenti si rivelano, se pur costosi e con molte controindicazioni, spesso inefficaci, specie per le ampie aree destinate al pascolo brado estivo".
“La presenza di branchi di lupi sta scoraggiando, in molte aree, l’attività di allevamento con la negativa conseguenza, in termini economici ed ambientali, dell’abbandono del presidio di aree naturalisticamente importanti – denunciano il presidente della Coldiretti Macerata, Francesco Fucili, e il direttore Giordano Nasini, mettendo a rischio anche il tradizionale trasferimento degli animali in alpeggio che, oltre a essere una risorsa fondamentale per l’economia montana, rappresenta anche uno strumento di valorizzazione del territorio e delle tradizioni culturali che lo caratterizzano”. Secondo Coldiretti è necessario avviare un iter legislativo finalizzato a modificare l’attuale sistema di accertamento e di risarcimento dei danni da fauna selvatica, dovendo considerare le attuali difficoltà delle imprese ad accedere ai risarcimenti dovuti. Ma occorre anche procedere ad una rilevazione precisa della presenza del lupo sul territorio, avvalendosi delle più innovative metodologie di monitoraggio della specie, per quantificare esattamente l’entità del problema nei diversi territori. Al fine di modulare e combinare diversamente le misure di prevenzione in relazione al tasso di rischio effettivo, Coldiretti chiede inoltre una mappatura delle zone classificate con presenza permanente del predatore, nelle quali applicare adeguate misure di prevenzione ed eventualmente di deroga, distinguendo le aree in cui la predazione è avvenuta più volte nel corso di due anni, rispetto alle zone in cui il rischio di predazione è minore.