In Italia purtroppo tiene banco il caos-scommesse che vede coinvolti giovani calciatori. Ma non è la prima volta
In Italia la bufera delle scommesse sta travolgendo la dignità del campionato di Serie A e non solo. Purtroppo dopo l’autodenuncia di Nicolò Fagioli che ha subito una “squalifica” di 12 mesi, si attende adesso il verdetto riguardo Sandro Tonali, che avrebbe addirittura puntato soldi sul suo Milan.
E Tonali, dopo degli incontri con la Procura di Torino ha ammesso di essere ludopatico. Si attendono anche riscontri sull’oggettività del Milan. Qualora la società rossonera sapeva del suo comportamento, rischia grosso.
Triste sapere che non è la prima volta che accade un episodio simile in Italia.
Le scommesse in 43 anni di calcio
Dobbiamo confermare che il campionato italiano anche all’estero ha perso appeal ed è meno seguito anche qui. Le piattaforme come DAZN o Sky non offrono quanto richiede la Lega Calcio che intende monetizzare al massimo.
Una volta era considerato il campionato più bello del mondo, ma bisogna constatare che non è più così. Nel 1980, ci fu il primo scandalo calcio-scommesse che vide coinvolti campioni del calibro di Paolo Rossi, Bruno Giordano, Albertosi e Manfredonia. All’epoca, non c’erano i telefonini né applicazioni con le quali si potevano scambiare messaggi privati, senza che nessuno poteva leggerli.
Ma alcune infiltrazioni telefoniche riuscirono a risalire che dirigenti, calciatori e società truccavano partite di Serie A e B.
Scandalo scommesse del 1980
Tutto iniziò attraverso un giro di scommesse clandestine organizzare da un venditore di frutta Massimo Cruciani, che riuscì a coinvolgere tanti calciatori professionisti che poi dovettero confessare.
La giustizia all’epoca era molto più dura: Paolo Rossi subì una punizione di 2 anni e giocava nel Perugia, Bruno Giordano, 3 anni e 6 mesi, Albertosi del Milan 4 anni. Ed anche società furono retrocesse in B, come la Lazio o il Milan.
Ma all’epoca, non si parlava di ludopatia, come avviene in questi giorni. Si ricordano le auto della polizia che entravano negli stadi ed arrestarono gli scommettitori.
I giovani coinvolti in questo nuovo caos sono vittime che non hanno bisogno di ulteriori soldi da mettere in tasca. C’è anche una grande differenza tra quel periodo e questo.
All’epoca si scommetteva per divertimento, mentre oggi l’obiettivo è solo vincere. I pianti dei protagonisti di queste scommesse illecite sono lo specchio di questa società che li porta a sbagliare. Ora rintracciare gli autori è molto più facile e l’autodenuncia di Fagioli è il risultato. Coinvolto anche l’attaccante dell’Aston Villa Nicolò Zaniolo, che sostiene di aver solo scommesso a blackjack.
Il centrocampista della Juve, ha ammesso di aver sbagliato e contribuirà ad aiutare i ragazzi a non cadere in queste tentazioni.