I cibi con dicitura “light” sono davvero dietetici? La risposta che stiamo per darti potrebbe rivoluzionare il tuo approccio con questi prodotti
Alla necessità (sempre più dilagante) di mantenere la linea, il mercato ha risposto, da qualche anno a questa parte, con la messa in commercio di cibi che presentano la dicitura “light”.
Che si tratti di formaggi, yogurt, tonno al naturale, o di affettati con un basso contenuto di grassi, la regola è sempre una: rimarcare, in termini di packaging, la differenza tra cibi light e cibi “normali”, con particolare attenzione al fatto che i primi siano più salutari e bilanciati, a livello di macronutrienti, rispetto ai secondi.
Ma le cose stanno davvero così come ci starebbe comunicando il mercato? I cibi che presentano la dicitura “light” o “a basso contenuto di grassi” sono davvero un toccasana per la salute? Ecco dove sta la verità (che potrebbe non piacerti).
Attenzione a non farsi ingannare dalla dicitura “light” che, oramai, la stragrande maggioranza delle aziende tende ad adoperare per una questione di marketing. D’altra parte, la richiesta di cibi a basso contenuto di grassi è esponenzialmente aumentata nel corso degli ultimi anni.
L’esigenza di mantenerci in forma ci fa propendere, in sede di spesa al supermercato, per tutti quegli alimenti che si presentano come “light”. Se leggessimo con attenzione l’etichetta, tuttavia, scopriremmo che la dicitura “light” non sempre corrisponde ad alimenti più salutari in termini di ripartizione dei macronutrienti.
La regola generale – per quanto concerne latte, formaggi e yogurt a basso contenuto di grassi – è che vi sia una percentuale davvero irrisoria del macronutriente più temuto di tutti. Ciò nonostante, se si osserva il contenuto di carboidrati (in modo particolare di zuccheri), si constaterebbe che tale macronutriente è presente in una quantità di gran lunga maggiore rispetto a quanto accade per i cibi normali.
Fino a che punto, dunque, scegliere alimenti a basso contenuto di grassi è un’operazione sensata, se ciò implica che andremo ad aumentare, spesso anche considerevolmente, la quota di zuccheri introdotti?
Imparare a leggere le etichette, in una circostanza come questa, è l’unico strumento che abbiamo a disposizione per effettuare scelte consapevoli. Più spesso di quel che si pensi, infatti, rinunciare a prodotti che presentino un contenuto di grassi standard non è affatto la decisione migliore.