La nuova sezione del sito ARPAM dedicata agli indicatori ambientali regionali si è arricchita negli scorsi giorni con i dati relativi allo stato del mare marchigiano, così come risultante dai monitoraggi marini dell’ultimo anno e dalle relative serie storiche.
I campionamenti effettuati dall’ARPAM sulla base di un apposito programma regionale annuale, che si estendono lungo i 173 chilometri di litorale dai 500 fino ai 1800 metri dalla costa, consentono di fornire la valutazione complessiva dello stato di qualità dei corpi idrici marino-costieri espressa mediante due indici sintetici: lo stato ecologico (qualità della struttura e del funzionamento dell’ecosistema marino ) e lo stato chimico (basato sulla ricerca delle sostanze chimiche pericolose prioritarie cosi come definite dalle norme in vigore).
Sulla base di questi parametri, i corpi idrici nei quali sono suddivise le acque marino costiere marchigiane hanno guadagnato nell’ultimo biennio, sia per quanto riguarda lo stato ecologico che lo stato chimico, la classificazione “Buono” in oltre il 90% dei casi, con la sola eccezione del tratto Senigallia-Ancona, che mantiene comunque la sufficienza per quanto riguarda lo stato ecologico.
In un panorama che si presentava in precedenza già soddisfacente, rispetto al triennio 2015-2017 sono due (Pesaro-Fano e Numana-Porto Recanati) i tratti che hanno migliorato il proprio stato ecologico passando da “sufficiente” a “buono”, mentre, per lo stato chimico, ottimizza la situazione precedente conquistando la migliore classificazione anche tutta la zona sud delle Marche, da Civitanova fino al confine con l’Abruzzosegnato dal fiume Tronto.
ARPAM e Regione stanno inoltre, proprio in questo periodo, lavorando alla definitiva classificazione per gli anni 2018-2020, che completerà il ciclo triennale dei risultati dei monitoraggi fornendo più precise indicazioni su un andamento temporale dello stato del mare che ha comunque visto consistentemente migliorare lo stato ecologico (classificato “buono” nel 27,3% dei casi nel 2012 e arrivato al 90,9% nel 2019) e mantenere prevalentemente costante quello chimico.
“Contribuire a difendere una risorsa così importante per la nostra regione quale è il nostro mare, attraverso le attività di monitoraggio e analisi e il supporto che i nostri dati possono offrire a sostegno delle politiche ambientali – afferma il Direttore ARPAM Giancarlo Marchetti – è un compito che l’Agenzia svolge con orgoglio e sollecitudine, mettendo a disposizione della collettività tutta la professionalità dei suoi operatori e, forse più importante di tutto, la garanzia della terzietà dei dati e delle informazioni, così necessaria per rispondere ai bisogni conoscitivi di cittadini e istituzioni”
Un principio senz’altro condiviso anche dall’Assessore regionale all’ambienteStefano Aguzzi, che – a commento della pubblicazione del nuovo indicatore – non ha mancato di ribadire quanto “conoscere, toccare con mano lo stato del mare e dell’ambiente tutto, essere innanzitutto consapevoli di quali siano i contesti ove diviene più necessario volgere uno sguardo attento e intervenire con appositi programmi, rappresenta per noi una risorsa preziosa che l’ARPAM deve garantire per una sempre migliore gestione del nostro patrimonio ambientale”.