Operazione dei Finanzieri della Compagnia di Civitanova Marche: sequestrati 180 kg. di crostacei, meglio noti con il termine inglese Blue Crabs e 2,5 kg. di cefali, che erano trasportati in macchina, all’interno di vaschette di plastica, occultati con teli di stoffa, in condizioni igieniche precarie ad una temperatura non idonea per la conservazione e la successiva consumazione.
Ingente il valore della merce sequestrata.
Nell’ambito del dispositivo di contrasto ai traffici illeciti, finalizzato tra l’altro a garantire il costante monitoraggio della circolazione delle merci e delle persone nel territorio i militari della Compagnia civitanovese hanno controllato un veicolo condotto da un cittadino di nazionalità cinese, accompagnato da una sua connazionale.
Alla richiesta dei documenti d’identità degli occupanti l’autovettura, i militari sono stati immediatamente attirati da un acre odore, proveniente dall’interno del mezzo, un SUV, che ad un immediato riscontro visivo è risultato contenere, nel vano posteriore, diverse cassette coperte con teli di stoffa.
A specifica domanda, il conducente ha spiegato di essere il titolare di un ristorante di sushi in Provincia di Bari e di trasportare, per l’esercizio della predetta attività commerciale, 180 kg. di granchi reali blu dell’Atlantico e 2,5 kg. di cefali.
Rilevata la conservazione dei medesimi in condizioni igieniche precarie, alla luce dell’assenza di idonea cella frigorifera per il trasporto della merce, le Fiamme Gialle hanno richiesto l’intervento del personale medico del Servizio Igiene Alimenti di Origine Animale dell’ASUR – Area Vasta 3.
Le analisi condotte dai sanitari hanno permesso di rilevare come i crostacei e il pesce fossero trasportati in un cattivo stato di conservazione, ad una temperatura di oltre 17°C, a fronte di quella prevista pari a 0°C.
Rilevata l’inidoneità al consumo , stante peraltro l’assenza di documentazione di supporto dalla quale rilevarne la provenienza, i granchi reali blu e i cefali sono stati così sequestrati e distrutti.
Il legale rappresentante dell’attività commerciale è stato denunciato per il reato previsto dall’art. 444 del codice penale (“commercio di sostanze alimentari nocive”), nonché per la violazione all’art. 5 della Legge di Disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande.
Parimenti, per l’assenza di idonea documentazione che garantisse la tracciabilità della merce rinvenuta, è stata contestata nei suoi confronti una sanzione amministrativa ammontante nel massimo ad 4.500 euro.