LAVORO – Negli ultimi tempi sta prendendo sempre più piede un modello di business particolare, cui è stato assegnato il nome di "dropshipping".
Si rivolge alle aziende che operano online, offrendo a queste ultime l'opportunità di vendere i prodotti ancora prima di esserne in possesso. In pratica, un imprenditore acquisterà la merce solo dopo aver ricevuto l'ordine da parte di un cliente. Un meccanismo geniale nella sua semplicità. Un quesito comune a molti settori è il seguente: come motivare gli imprenditori? Il dropshipping ha diverse frecce al suo arco per riuscire a farlo. In primo luogo evita un problema piuttosto diffuso come quello delle rimanenze in magazzino. Il magazzino stesso non risulta più necessario, e con esso sono destinate a scomparire le relative spese. Il tempo risparmiato potrà essere investito nelle attività di marketing, mentre sarà il fornitore (o dropshipper) a inviare gli articoli ordinati al cliente iniziale.
Scegliere il dropshipping significa aprirsi a un modello decisamente remunerativo, senza che questo richieda investimenti ingenti. L'acquisto della merce e i costi da sostenere per la logistica, ad esempio, vengono drasticamente ridotti, o eliminati completamente. In assenza di un magazzino sono destinate a diminuire anche le spese relative all'assunzione di forza lavoro da destinare a tale attività. Il venditore ha nella promozione dei prodotti il lavoro più impegnativo, lasciando che sia il fornitore a sostenere gli oneri connessi alla gestione del magazzino, all'imballaggio e all'organizzazione della spedizione. Inizialmente si riteneva il dropshipping un modello su misura per le aziende appena giunte sul mercato online. In realtà, anche aziende affermate possono trarre beneficio da questo nuovo modello. Come motivare gli imprenditori già ben inseriti nell'e-commerce? Il dropshipping può rappresentare la soluzione ideale per testare il riscontro del pubblico su prodotti appena inseriti in catalogo. Se positivo, non avrà difficoltà a stoccare gli articoli nel suo magazzino. Una maggiore flessibilità, dunque, a fronte di investimenti molto bassi.
Finora abbiamo messo in evidenza i vantaggi del dropshipping, ma occorre ricordare alcuni lati negativi. Non è raro, ad esempio, che il venditore ottenga percentuali di guadagno inferiori alle attese. Recenti statistiche testimoniano come il margine ottenibile sia solito oscillare tra il 5 e il 30%. Un altro rischio è legato alla figura del fornitore che, perché il dropshipping funzioni, deve dimostrarsi pienamente affidabile. Quando emergono problemi di disponibilità degli articoli, o ritardi nella consegna, la reputazione faticosamente costruita dal venditore ne risentirà. È comunque possibile minimizzare questo rischio ricorrendo alla sincronizzazione dei dati di e-commerce con la contabilità di magazzino.
Dal punto di vista normativo, gli imprenditori che intendono approfittare del dropshipping sono tenuti ad aprire una partita Iva per il "Commercio al dettaglio di prodotti via Internet" e ad iscriversi al Registro delle Imprese (facendo riferimento alla Camera di Commercio del capoluogo in cui svolgono il proprio lavoro). Inoltre, devono effettuare l'iscrizione alla gestione INPS commercianti e a presentare al S.U.A.P. (lo Sportello Unico Attività Produttive) la segnalazione certificata di inizio dell'attività. Un ultimo adempimento consiste nello scegliere il regime fiscale. A livello di fatturazione rimane tutto immutato. Il fornitore (ossia la figura che si occuperà di reperire i prodotti) emetterà fattura per gli articoli venduti al dropshipper. Quest'ultimo, a sua volta, registrerà i prodotti nel registro acquisti, annotando in quello vendite gli importi delle vendite online.