SALUTE E BENESSERE – È ufficiale: la maggior parte degli italiani che si rivolge al dentista per sottoporsi ad interventi di correzione tramite apparecchio ai denti ha superato la soglia dei 40 anni. Si tratta di una reale necessità o del trend del momento?
Sembra che più di un quinto di coloro che vanno regolarmente dal dentista ha superato i 40 anni. Di questi, un buon 70% è composto da donne, le quali non si preoccupano più di sfoggiare un sorriso metallico, anzi, anche quando la presenza di un apparecchio è celata da un modello invisibile, il segreto viene rivelato senza alcun problema o imbarazzo di sorta.
Tra le principali ragioni che inducono le persone a scegliere di mettere l'apparecchio ai denti vi è la correzione delle malocclusioni e del disallineamento dei denti. La casistica completa delle tipologie di intervento di ortodonziacomprende una serie di problematiche che, se trascurate, possono compromettere la corretta funzionalità della bocca. L'ortodonzia si occupa proprio di riallineare i denti storti, recuperando anche le corrette funzionalità della bocca, tramite l'azione degli apparecchi ortodontici.
Non sempre però l'ortodonzia risulta risolutiva, lo dimostra uno studio condotto dalla British Orthodontic Society, dal quale è emerso che, dopo un decennio dal trattamento ortodontico con apparecchio, il 70% delle persone che ha portato un apparecchio fisso è costretto a ricorrere ad un nuovo trattamento.
Lo studio
Lo studio mette in evidenza l'importanza di una buona campagna di mantenimento successiva alla cura ortodontica, al fine di evitare che i denti riacquisiscano la loro posizione iniziale sbagliata.
Al contrario di quanto si pensava in passato, ovvero che i denti si sarebbero stabilizzati una volta raggiunta l'età adulta, oggi sappiamo che i denti continuano a muoversi per tutta la vita. In effetti, come l'intero organismo invecchia col passare del tempo, anche i denti subiscono un processo di invecchiamento che li porta a muoversi in continuazione. Lo studio ha evidenziato che, in Inghilterra, ogni anno, circa 200.000 persone indossano un apparecchio mobile o fisso; alla maggior parte di loro, viene consigliato l'uso di una mascherina notturna o di un apparecchio rimovibile da mettere la notte come contenzione. Tuttavia, in molti tendono ad ignorare tale raccomandazione, vanificando le cure precedenti e gli sforzi fronteggiati.
La risposta nostrana
Alla criticità espressa dallo studio inglese risponde il Prof. Raoul D'Alessio, tra i maggiori esperti di ortodonzia e “bellezza del sorriso”, il quale ridimensiona l'entità dell'allarmismo: “Se la terapia è stata corretta, basata su un'accurata diagnosi, e se sono state rimosse le cause del malposizionamento e della disfunzione, non c'è ragione perché il risultato ottenuto con l'apparecchio non debba mantenersi per sempre. Ovviamente, come in tutti settori della medicina, servono controlli periodici che permettano, in caso di problemi, di intervenire in tempo per non perdere i risultati ottenuti”.
Stando a quanto dichiarato dall'esperto, la fase di contenzione rappresenterebbe quindi l'ultimo step della terapia odontoiatrica e, per risultare efficace, deve essere preceduta da un attento studio di tutte le peculiarità scheletriche e morfologiche del paziente. Da qui nasce l'importanza di rivolgersi solamente ad odontoiatri specializzati, i quali, a seconda della problematica, possono studiare una terapia specialistica di cui l'apparecchio fa parte. Lo specialista ha le competenze per agire in funzione del ripristino della giusta armonia, con l'obiettivo di sistemare la bocca dal punto di vista funzionale ed estetico. Lo specialista conclude: “una volta terminato l'iter terapeutico, con tempi diversi da persona a persona, si arriva a un risultato stabile nel tempo”.
Naturalmente, esiste la possibilità di perdere i risultati raggiunti. A tale riguardo, D'Alessio prosegue: “Per questo è importate raggiungere non solo un buon allineamento dei denti e una buona masticazione, ma anche una buona occlusione delle arcate dentali”.
Ecco che la terapia ortodontica assume un'altra connotazione: non si tratta solo di portare l'apparecchio ai denti per qualche anno, ma di essere consapevoli di intraprendere un percorso terapeutico di cui l'apparecchio è solo una parte. Essenziale è anche il monitoraggio attento dei risultati da parte dello specialista, ovvero i controlli periodici ai quali ci si deve sottoporre con cadenza regolare per valutare le possibili trasformazioni dell'assetto della bocca: potrebbero infatti essersi verificati traumi, posture sbagliate o posizioni viziate che hanno modificato l'assetto della bocca.