ECONOMIA – Negli ultimi mesi, allo scopo di limitare il rischio di contagio del Coronavirus su tutto il territorio italiano, le autorità competenti hanno imposto alla popolazione una serie di stringenti limitazioni.
Si tratta non solo del divieto di allontanamento dal proprio domicilio, tranne che per comprovate ed idonee ragioni, ma anche della chiusura di ogni attività non strettamente necessaria a garantire beni e servizi essenziali o strategici.
Nel mese di marzo 2020 l’economia italiana sarà vittima di una profonda crisi generata proprio dall’emergenza sanitaria in corso, di cui ancora non si conosce l’evoluzione.
Difatti, dalle risultanze emerge che il freno delle attività produttive, limitato ai mesi di marzo ed aprile, comporta un decremento del volume dei consumi pari al 4,1% su base annua. Tuttavia, tale percentuale sarebbe destinata a salire fino al 9,9% qualora il blocco si dovesse estendere anche ai mesi di maggio e giugno.
Da tale scenario deriverebbe come conseguenza diretta ed ulteriore la diminuzione del valore aggiunto, rispettivamente dell’1,9% e del 4,5%.
Ciò in quanto, nonostante il lockdown imposto dal Governo riguardi soltanto talune aree, le misure restrittive adottate sono comunque destinate a impattare negativamente sull’intero sistema economico nazionale: infatti, non devono considerarsi esclusivamente gli effetti negativi prodotti sulle singole attività sospese, ma anche tutti quelli indirettamente connessi alle relazioni intercorrenti fra i diversi settori della filiera.
Basti considerare che ad oggi sono sospese le attività del 49% delle imprese italiane ed il 65% di esse si occupa dell’esportazione di beni: in questa drammatica situazione è coinvolto il 44,3% di operatori, di cui circa 5 milioni con contratti di lavoro dipendente.
Inevitabile è pertanto l’influenza negativa generata dalla crisi economica sulle famiglie italiane, che cominciano a nutrire seri dubbi su ciò che accadrà nei prossimi mesi, diffondendosi sempre più rapidamente sentimenti di inquietudine e ansietà.
Ad ogni modo, è sempre bene ricordare che per fronteggiare qualsivoglia situazione di tracollo economico esistono diversi strumenti idonei a concedere ampio respiro a chiunque versi in una situazione di sofferenza finanziaria.
Basti considerare i cosiddetti finanziamenti di consolidamento debiti o prestiti, che consentono appunto ad un soggetto di consolidare una pluralità di prestiti in uno soltanto, prolungando il proprio indebitamento nel tempo, ma riducendo in modo consistente l’ammontare dei pagamenti mensili cui è obbligato.
Più specificatamente, in caso di sovraindebitamento, il debitore accende un nuovo finanziamento a mezzo del quale estingue quelli precedenti (ed eventualmente beneficia di ulteriore liquidità) e conviene con l’istituto di credito erogante una rata più contenuta e facilmente gestibile in base alla propria situazione patrimoniale (per ulteriori approfondimenti sui finanziamenti di consolidamento debiti e sui relativi vantaggi:https://www.calcoloprestito.org/guida/consolidamento-debiti).