Si deciderà probabilmente tra martedì sera e mercoledì la nuova stretta di Natale sul quale è al lavoro il governo. Alle 18 avrà luogo una nuova riunione del Comitato tecnico-scientifico dopo il vertice di questa mattina con il premier Giuseppe Conte e i capidelegazione. La necessità di una stretta è di fatto condivisa da tutto l’esecutivo sulle modalità, anche normative, non è stata ancora trovata una quadra complici le diverse sensibilità tra «rigoristi» e «aperturisti». Anche per questo non è ancora certo che la stretta di concretizzi trasformando, nei giorni festivi e pre-festivi, tutta l’Italia in zona rossa.
Misura, quest’ultima, che una parte del governo ritiene forse eccessiva. E poi c’è il nodo ristori: la chiusura di negozi, bar e ristoranti porterà i gestori, automaticamente, a chiedere un ulteriore sostegno economico. Nelle prossime ore il governo tornerà ad aggiornarsi e, in ogni caso, la decisione non verrà formalizzata prima di un vertice con le Regioni.
Le due ipotesi: quella più probabile sarebbe l’Italia zona rossa sul modello della Germania di Merkel: un lockdown esteso a tutto il Paese (nei giorni festivi e prefestivi nel periodo che va da Natale all’Epifania). Oppure zona arancione con i negozi aperti e la possibilità di muoversi dentro al proprio Comune. Tutta l’Italia dunque potrebbe diventare zona rossa o arancione nei giorni festivi e prefestivi: 24-27 dicembre, 31 dicembre-3 gennaio, 5-6 gennaio.
- Italia “arancione” – Negozi aperti con il divieto di uscita dal proprio comune. Dentro al proprio comune sarebbe possibile muoversi. Chiusura totale di ristoranti e bar.
- Italia “rossa” – Vietati i movimenti non essenziali fuori dalla propria abitazione. E’ una sorta di lockdown con negozi chiusi, con la possibilità nel giorno di Natale di poter partecipare ai riti religiosi.
Cts al governo: misure più rigide per le vacanze di Natale – Misure da consolidare ed eventualmente estendere e rafforzare con una sorta di lockdown per tutto il periodo di Natale. E’ quanto avrebbero detto, secondo quanto si apprende, gli esperti del Cts nella riunione di questa mattina con il premier Conte e con i capi delegazione. La necessità di una nuova stretta, è stato spiegato dai tecnici, è legata all’impossibilità da un lato di un controllo capillare del territorio e dall’altro a dati ancora «preoccupanti», con un’incidenza dei nuovi casi ancora troppo alta (nell’ultimo monitoraggio era di 193 ogni 100 mila abitanti, quando dovrebbe essere a 50 ogni 100 mila per poter garantire il tracciamento).
Pregliasco, pranzo in famiglia più pericoloso dello shopping – Tra una passeggiata nelle vie dello shopping, indossando la mascherina, e un pranzo domenicale, «guardando alla casistica è più pericoloso il pranzo». Lo ha detto a Timeline, su Sky TG24, il virologo dell’università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco. «Per questo – ha spiegato – si erano già immaginate diverse restrizioni agli spostamenti, per sfavorire questa modalità dello stare insieme. Tant’è che, in questo manuale, tutto in costruzione, delle procedure di controllo, si era detto che potesse essere meglio tenere aperti i ristoranti perchè lì c’è un protocollo e un’attenzione maggiore rispetto alle case, dove si abbassano le difese tra conviventi o parenti».