“Da oggi accanto ai nonnini e alle nonnine della nostra Casa di riposo “Lazzarelli” ci saranno anche i medici e gli infermieri delle forze armate. Avere questi angeli al nostro fianco ci fa stare un po’ più tranquilli, anche se la guerra al Covid-19 non sembra ancora essere finita”.
Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, ha accolto così l’arrivo del personale inviato dal Coi di Roma, il Comando Operativo Interforze della Difesa, dopo che nei giorni scorsi ne aveva chiesto l’aiuto per risolvere la grave emergenza scattata all’interno dell’Azienda per i servizi alla persona dove, al momento, si registrano ancora 61 degenti positivi e altri 15 contagi tra gli addetti.
Accompagnati dal coordinatore regionale della Difesa, il capitano di vascello Cosimo Nesca, medico della Marina Militare Italiana, ufficialmente hanno già preso servizio in struttura un medico militare, il capitano Daniele Lecce, e due infermieri, il primo luogotenente Carlo Monteforte e il maresciallo di seconda classe Francesco Smaldore, tutti appartenenti all’Aeronautica Militare Italiana.
“Il personale medico delle forze armate – spiega il primo cittadino settempedano – sarà impegnato insieme a quello della struttura e a quello dell’Usca e dell’Asur. Per allentare il contagio dall’accendersi del focolaio Covid all’interno della nostra Casa di riposo, abbiamo provveduto a trasferire anche altri 5 positivi in strutture Covid all’interno del territorio regionale e 15 degenti, che erano rimasti sempre negativi, all’interno dell’Hospice presso l’ospedale civile “Bartolomeo Eustachio” che momentaneamente risulta ancora vuoto perché il Coronavirus è arrivato anche in corsia e ha interessato pure i sanitari di questa struttura. Secondo i medici che seguono la situazione alla “Lazzarelli” – spiega ancora il sindaco – dovremo aver superato la fase acuta, tanto che i primi pazienti si starebbero negativizzando, ma la pandemia continua ad essere molto forte ed aggressiva su persone, come i nostri anziani ospiti, già sofferenti per una serie di patologie pregresse. L’invio del personale medico delle forze armate, comunque, consentirà di risolvere una problematica ulteriore e fondamentale quale quella della carenza di personale medico e infermieristico nonostante l’impegno di Asur e Usca e quello della Coss Marche per il reperimento di operatrici socio sanitarie sempre più carenti in tutta la regione”.