VISSO – Effettuata una prima ricognizione sul territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini finalizzata a verificare gli effetti ambientali del terremoto.
I tecnici del parco e le Guide alpine del Collegio regionale delle Marche mediante un volo in elicottero del Corpo Forestale dello Stato hanno potuto raccogliere una importante documentazione fotografica e video.
Il terremoto iniziato il 24 agosto e proseguito con le scosse del 26 e 30 ottobre, oltre alla perdita di numeroso vite umane e ai catastrofici danni su edifici e infrastrutture, ha infatti causato profonde modifiche del sistema idrogeologico provocando diffuse situazioni di dissesto e di rischio, anche molto rilevanti. Le autorità competenti e diversi enti di ricerca stanno esaminando attentamente la complessa situazione, soprattutto al fine di poter intervenire per la sicurezza lungo le strade e i centri abitati. Ma un altro aspetto da non sottovalutare sono le condizioni di fruibilità dei percorsi e dei sentieri del Parco. In proposito si leggono talvolta pareri e proposte diffusi da soggetti non specificatamente competenti, che possono anche indurre a frequentare luoghi non sicuri.
La situazione è molto complessa e servirà tempo per verificare sul campo lo stato di ogni sentiero. E' importante, tuttavia, fornire alcune prime indicazioni per coloro che intendano organizzare e compiere escursioni sui Sibillini.
Innanzitutto va detto che alcune aree non sono raggiungibili a causa della chiusura di strade fortemente danneggiate o che attraversano zone rosse. In particolare, tutte le strade che raggiungono Castelluccio (da Norcia, Castelsantangelo sul Nera e Arquata del Tronto) sono ancora chiuse. Visso è raggiungibile solo da Maddalena di Muccia per Pieve Torina; l’attraversamento di Visso è consentito solo previa autorizzazione del Comune. Non è comunque consentito andare oltre Ussita e Castelsantangelo sul Nera, se non per motivi di necessità, tramite pass rilasciato dai Vigili del Fuoco. Chiuse anche le strade per Foce di Montemonaco, per Forca Canapine (da Norcia e da Arquata del Tronto) e la galleria di S. Pellegrino (da Norcia ad Arquata del Tronto).
Molte aree, soprattutto nei settori più impervi, sono interessate da diffuse frane e distacchi di massi da pareti rocciose, anche di notevoli dimensioni. Oltre ai massi già caduti, che in molti casi hanno chiuso o danneggiato sentieri, va richiamata l’attenzione anche sulla forte instabilità dei versanti indotta dal sisma, soprattutto in considerazione che la sequenza sismica è ancora in corso. Le precipitazioni piovose e nevose del periodo invernale e primaverile potranno inoltre accentuare tale rischio.
Alcuni percorsi, e in particolare quelli della Valle dell’Acquasanta, dell’Infernaccio e della Valle del Lago di Pilato (da Foce) sono di conseguenza chiusi con ordinanza dei rispettivi comuni di Bolognola, Montefortino e Montemonaco. Chiusa anche la strada del Fargno.
In questa fase, e almeno per tutto l’inverno e la primavera, è comunque fortemente sconsigliato effettuare escursioni lungo sentieri che percorrono valli o versanti sormontati da rupi e pareti rocciose. Particolarmente rischiose risultano la Valle del Lago di Pilato, la Val di Panico, la Val di Bove, la Valle del Tenna, le valli di Patino e Cerasa e tutte le gole, tra cui quelle del Fiastrone, della Valnerina e dell’Infernaccio. Rischi anche alle Lame Rosse, dove sono stati rilevati crolli nelle parti sommitali, e nell’area sottostante il Balzo Rosso sul Monte Amandola.
I Sibillini non sono comunque completamente inaccessibili: alcune aree possono essere già da ora frequentate, con relativa sicurezza. Tra queste indichiamo le zone collinare e pedemontane del versante orientale, tra Amandola, Montefortino, Montemonaco e Montegallo, e di quello settentrionale, tra Cessapalombo, Pievebovigliana e Fiastra (anche intorno al lago). Più in alto sono fruibili le aree del M. Fiegni, dell’altopiano di Macereto, dei Piani di Ragnolo tra Acquacanina e Bolognola, del Piano di Santa Scolastica a Norcia, e della Valle del Campiano. Risulta inoltre interamente percorribile il Grande Anello dei Sibillini, sebbene molte strutture ricettive lungo il percorso siano inagibili. Nei casi in cui il percorso attraversi centri abitati è comunque necessario informarsi preventivamente, presso i comuni di competenza, sulla eventuale presenza di zone rosse.
Questa ricognizione è il primo passo di un intervento più ampio per la puntuale verifica delle condizioni dell’intero sistema di fruizione del Parco, al fine del ripristino delle ottimali condizioni di accoglienza dei visitatori.