Dopo la presentazione alla stampa continua il tour della Eurobuilding Spa per informare le categorie del progetto sul porto di Civitanova. L’obiettivo è il massimo coinvolgimento della città per l’operazione trasparenza.
Fino all’altro ieri se ne erano lette e sentite di tutti i colori e questa confusione non aiuta a fare chiarezza sull’iter che intende portare avanti la società per riqualificare il porto di Civitanova. Al via dunque gli incontri con le categorie. Una è la Cna, rappresentata a Civitanova dal suo presidente Carlo D’angelo, più che disponibile a saperne di più sul progetto. «Ne ho lette e sentite tante nei giorni scorsi, è stata paragonata Civitanova a Dubai e, francamente, mi è sembrato assurdo – dice D’Angelo – ho letto di palazzi di 30 piani che dovrebbero ergersi sul porto ma del progetto non sappiamo niente. La società, in conferenza stampa giovedì, parla di 4 torri alte non più del campanile di Cristo Re, c’è una bella differenza».
D’Angelo è più che favorevole a un confronto con la società e dice che il privato per forza di cose deve fare profitto con la sua attività e «come per qualsiasi operazione, ci saranno vantaggi e svantaggi , saranno da valutare insieme ai cittadini e alle categorie» afferma il referente della categoria.
Parla delle incompiute di Civitanova il rappresentante dell’artigianato, ricorda tutta la storia del cavalcavia all’uscita della superstrada, sulla statale, mai realizzato e parla dell’area Ceccotti: «abbandonata – avverte – a un certo punto si fece un progetto, poi è stato lasciato tutto così». Per dire che «ben venga un’operazione che possa migliorare e apportare un beneficio alla città e a tutta la Provincia – perché – la riqualificazione del porto può essere un valore aggiunto per tutto l’entroterra maceratese. Parlo a livello personale – sottolinea D’Angelo – per una risposta univoca della categoria dovrei avere un minimo di dati ma la direzione deve essere quella dello sviluppo».
Il presidente locale Cna fa l’esempio della norma introdotta nel 2011 dal governo Monti, con il decreto Salva Italia, dice della tassa proporzionale alla lunghezza delle barche: «tassa che ha contribuito ad affossare l’ intero settore della nautica da diporto. Tornando all’oggi: «ben venga l’ampliamento del porto ma il dibattito va approfondito, le garanzie devono essere assolute, non vogliamo una cattedrale nel deserto a Civitanova, ce ne sono già tante».