Francia, 40.000 decessi prematuri in un anno: le motivazioni che si celano dietro questo vero e proprio “sterminio di massa” sono agghiaccianti
I dati riferiti da Santé publique France lanciano un allarme destinato ad avere vasta eco su scala mondiale. Sono 40.000 i decessi prematuri che, ogni anno, possono essere attribuiti al problema delle polveri sottili e all’inquinamento dell’aria causato dalle attività umane.
E se questi sono i numeri relativi solo ed esclusivamente alla Francia, altrove la situazione non appare affatto migliore. Solo nell’Unione Europea, le morti premature causate dal particolato atmosferico sfiorano i 238.000 casi l’anno, con un’incidenza che, laddove si tardi ad agire con interventi tempestivi, andrà incontro ad un ulteriore aggravamento.
Moltissimi i singoli che hanno avanzato richieste di risarcimento in materia di danni provocati dall’inquinamento dell’aria (tra le principali cause del cambiamento climatico, assieme alle problematiche legate all’inquinamento dell’acqua e del suolo).
Purtroppo, la risposta recentemente fornita dalla Corte di giustizia europea in materia è tutt’altro che incoraggiante. Le vittime di politiche dannose e potenzialmente mortali, ancora una volta, sembrerebbero esser state lasciate sole.
La Corte di giustizia europea, in una sentenza emessa nel dicembre 2022, non lasciava scampo a quanti si fossero rivolti alla giustizia per chiedere un risarcimento dei danni provocati dall’inquinamento atmosferico (che, solo in Francia, causerebbe all’incirca 40.000 decessi ogni anno).
I singoli, stando a quanto riferito dalle autorità, non possiedono alcun diritto ad un risarcimento dei danni causati dal particolato atmosferico, presente nell’aria che respiriamo (specie nei contesti urbani) in proporzioni sempre maggiori.
Sembrerebbe che i cittadini siano lasciati a se stessi nella loro battaglia contro l’inquinamento e le polveri sottili, passibili di creare problematiche ingenti alla salute umana, fino a provocare ben 238.000 morti premature solo nell’Ue.
La Cgue, nella sentenza emanata cinque mesi fa, non esclude però che i singoli possano “ottenere che le autorità nazionali adottino le misure richieste dalle direttive europee“. E tra le direttive, ovviamente, c’è anche quella di ridurre del 50% le morti premature causate dall’inquinamento atmosferico entro il 2030.
Per quanto concerne lo Stato francese, quest’ultimo si è già ritrovato a pagare circa 30 milioni di euro di multe ad Ong e associazioni per non essersi impegnato abbastanza nella lotta contro le polveri sottili. Ma per i singoli cittadini, al momento, non esiste alcuna tutela a garanzia dei loro diritti.