ROMA – Approvata dall'Aula del Senato il provvedimento sul biotestamento. I sì sono stati 180, 71 i no e 6 astenuti.
Il ddl disciplina il consenso informato del paziente ai trattamenti sanitari e agli accertamenti diagnostici, interviene in tema di terapia del dolore, divieto di ostinazione irragionevole nelle cure e dignità nella fase finale della vita, introduce l'istituto delle disposizioni anticipate di volontà e lo strumento della pianificazione condivisa delle cure. In particolare, l'articolo 1 prevede che nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata. Ognuno ha il diritto di conoscere le proprie condizioni di salute, di essere informato in modo completo, aggiornato e comprensibile, di rifiutare qualsiasi accertamento diagnostico o trattamento sanitario, di revocare il consenso prestato. Il medico è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente di rifiutare o rinunciare al trattamento sanitario ed è esente da responsabilità civile o penale.
Nella seduta gli 8 articoli del provvedimento sono stati approvati senza modifiche.
Nelle dichiarazioni finali hanno espresso voto favorevole i sen. Manuela Repetti (Misto-IPI), Mazzoni (ALA), Nerina Dirindin (Art. 1-MDP), Palermo (Aut), Alessia Petraglia (SI-SEL), Paola Taverna (M5S), Emilia De Biasi (PD). Il provvedimento, che finalmente risponde all'esigenza di cambiamento della società civile, pone al centro la persona, il rispetto della sua unicità e dunque delle sue scelte. Il testo non prevede alcun obbligo, ma è solo l'affermazione della libertà del singolo contro un accanimento terapeutico che non può più essere tollerato, conferendo dignità alla vita e alla morte. Secondo Art.1-MDP, l'unico vero problema è la mancanza di capitale umano e finanziario che dovrà dare attuazione alla legge.
Hanno espresso voto contrario i sen. Quagliariello (FL), Centinaio (LN), , D'Ambrosio Lettieri (GAL), Aiello (AP) e Zuffada (FI-PdL) e, in dissenso dal Gruppo. i sen. Romano (Aut) e Amoruso (ALA). La legge, definita da più parti "la via italiana all'eutanasia", contiene disposizioni ideologiche e fortemente opinabili, trasformando il medico in vero e proprio burocrate di Stato addetto all'esecuzione testamentaria. Pur apprezzando il tentativo di colmare un vuoto normativo su cui esistono solo pronunciamenti dell'autorità giudiziaria, LN, AP e FI-PDL hanno lamentato il rifiuto aprioristico di qualunque contributo migliorativo in virtù di una fretta dettata da mere ragioni propagandistiche. Con motivazioni differenti, i sen. Carraro (FI-PdL) e Sacconi (AP) hanno annunciato la non partecipazione al voto.