Diminuisce il numero degli infortuni, ma aumentano quelli mortali (46; +13). Secondo i dati annuali diffusi dall’Inail ed elaborati dall’Ires Cgil Marche, nel 2020 nella regione sono stati denunciati 15.714 infortuni, 3.297 in meno rispetto al 2019 (-17,3%).
Calo dovuto, probabilmente, ai frequenti lockdown per la pandemia da Covid-19. Non si registrano differenze significative tra le varie province. La diminuzione relativa più importante si ha per gli infortuni in itinere: sono stati 1.917, 834 in meno dell’anno precedente (-30,3%); più contenuto il calo delle denunce in occasione di lavoro, che si attestano a 13.797, 2.463 in meno del 2019 (-15,1%). Il 2021 è invece iniziato con numeri in aumento: gli infortuni a gennaio sono stati 1.397 (+8,7% rispetto allo stesso mese del 2020): in crescita soprattutto nei settori industriali (+29,9%). Già un infortunio mortale registrato nel primo mese dell’anno.
Tornando al 2020, gli infortuni sono calati per tutte le fasce d’età, in particolare per i lavoratori più giovani: tra gli under 20, 1.493 infortuni in meno (-62,0%); tra i 20 e i 29 -429 unità (-16,7%); nella fascia 30-39 -517 (-16,2%). Hanno colpito 9.525 uomini (-5,8%) e 6.189 donne (-5,4%).
In crescita gli infortuni mortali: 46 nel 2020 (+13 rispetto al 2019). A crescere soprattutto le morti in occasione di lavoro (40, +15): 12 i decessi da contagi Covid-19 riguardanti principalmente professioni infermieristiche, operatori socio-sanitari e professioni mediche. L’incremento degli infortuni mortali registrato nelle Marche (39,4%) è nettamente superiore al dato nazionale (16,6%).
Nel 2020 le denunce di malattie professionali sono state 4.895 (-406). I casi si riferiscono principalmente a malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo (3.298), a malattie del sistema nervoso (930) e a malattie dell’orecchio e dell’apofisi mastoide (246) e a tumori (57).
“Il prezzo pagato dai lavoratori nel 2020 è pesante – commenta Giuseppe Santarelli, segretario regionale Cgil Marche e Responsabile salute e sicurezza – perché 46 morti sul lavoro in una piccola regione come la nostra dovrebbero essere oggetto di una grande discussione e dovrebbero suscitare molte domande”.