In questi giorni, c’è polemica nel mondo della politica italiana per quanto riguarda l’uso dell’inglese. Cosa succede?
Come ben sappiamo se non si ha un minimo di conoscenza della lingua inglese, non si va da nessuna parte. È la lingua più diffusa al mondo, in qualsiasi paese si vada, per viaggi, lavoro o anche problemi di salute, bisogna avere un minimo di conoscenza, altrimenti si resta a piedi.
Una volta, lo cominciavano ad insegnare direttamente dalle scuole medie, ora, anche i più piccoli dalle elementari, cominciano ad avere le minime basi, per cominciare a comporre le frasi più importanti. Ma, nel Governo italiano, a qualcuno questo troppo uso dell’inglese, dà un po’ fastidio.
L’inglese, è una lingua appartiene alle lingue germaniche indoeuropee, come l’olandese, e dal punto di vista grammaticale, si può considerare come una delle più semplici in fatto di composizione delle frasi. I suoi termini sono diffusi ovunque, ed ormai, le sue parole si usano anche in altre nazioni, per poter spiegare o ingigantire discorsi ed argomenti.
Ma questa situazione, ad alcuni, come ad esempio in Italia, non sta tanto bene. Negli ultimi giorni infatti, il deputato del partito Fratelli d’Italia Fabio Rampelli, vice presidente della Camera, ha abbozzato una proposta di legge, con multe fino a 100 mila euro, a chi usa termini inglesi, in ambienti come comunicazione, nelle attività scolastiche e universitarie. E l’Italia in questo modo vorrebbe avere una parte principale in Europa?
Fatto, sta che i termini provenienti dall’Isola d’Inghilterra, sono diffusissimi in ogni ambiente. Dal mondo del lavoro, alla politica, passando per moda, sport, tecnologia, cinema musica e chi ne ha più ne metta.
Ad esempio, nel mondo cinematografico, tutti siamo soliti usare il termine “soundtrack” che sta a significare la colonna sonora di un film; oppure “sequel”, che significa, il seguito di un’opera cinematografica. Nel mondo della musica, usatissimo è il termine “playback” più facile da capire, quando un artista canta adeguandosi alle parole o al canto riprodotti dalla colonna sonora.
Nel mondo della politica, i telegiornali ad esempio, usano il termine “Job acts”, che si collega alle leggi nel mondo del lavoro. Oppure “Bipartisan” che sta a significare, quando una proposta di legge è condivisa da i vari partiti.
Nel mondo dello sport, nel calcio, si usa il termine “corner” per spiegare il “calcio d’angolo”, oppure “off-side” oltre la linea, per il fuori gioco. Nel mondo della tecnologia, diffuse sono le parole come “hardware” che rappresentano strumenti come casse, o schermi di un pc; oppure “software”, che sono semplicemente i programmi di un computer.
È pressoché impossibile fare a meno, dell’inglese.