Il nuovo corso del giornalismo online prevede il rispetto di alcune regole ben delineate, più o meno difficili, che servono per far sì che tutti gli articoli presenti su un blog o su un giornale online divengano più facili da rintracciare sui principali motori di ricerca.
Stiamo parlando del SEO, acronimo per Search Engine Optimization, che consente di definire tutte le attività necessarie per ottimizzare un sito web. Con il passare del tempo, chi ha deciso di approfondire la conoscenza del SEO – o chi non ne ha potuto semplicemente farne a meno – ha scoperto tutta una serie di tecniche più o meno fruttuose per far sì che il proprio sito, oppure uno specifico articolo, potesse fare breccia in maniera più concreta su Google, Bing e tutti gli altri motori di ricerca. Andiamo allora a scoprire quali sono, in quella che può essere definita come una vera e propria operazione di Article Marketing Italia.
In prima battuta, quando si vuole mettere in pratica una tecnica sul piano SEO, è necessario iniziare effettuando delle ricerce sul campo. Quando si scrive un articolo è necessario capire ad esempio quali ricerche correlate appaiono sui motori di ricerca, in riferimento a quello stesso campo di appartenenza. Ad esempio, se vorrete scrivere un articolo che parli di Directory Azienda Gratis, una delle ricerche correlate è quella relativa al portale delle aziende italiane. E questo spunto dato dai motori di ricerca può aiutare a rendere il proprio articolo più ricco e con una o più sfaccettature in più. Una volta che avrai completato la tua ricerca sul campo, sarà interessante riuscire a metterla in pratica. Da adesso in poi, dunque, non si tratta più di realizzare un articolo che contenga le celebri 5 W che hanno rappresentato per anni la regola aurea del giornalismo. Adesso si tratta anche di riuscire a realizzare un testo che, oltre a un'ortografia eccellente e a un'argomentazione ricca e completa, deve rispondere a determinate regole dettate dal Web.
Un articolo non può essere definito all'altezza della situazione se non viene preceduto e presentato da un titolo che faccia venire voglia di leggerlo. E anche in questo caso il SEO la fa da padrone. Basterà farvi un giro su un qualsiasi motore di ricerca e cercare qualsiasi articolo o notizia, per capire che i primi risultati in qualsiasi ricerca che farete rispecchieranno al massimo determinate regole sulla chiarezza e sull'esposizione delle cosiddette 'keyword' o parole chiave. Nella maggior parte dei casi, il titolo non deve superare le 80 battute, spazi compresi Ad esempio, basterà cercare Inserisci Azienda Gratis su Google o su altri motori di ricerca, per vedere che tutti i risultati della prima pagina contengono queste tre parole una in fila all'altra, o al massimo intervallate da una preposizione semplice o un articolo. Ma non c'è solo il titolo a fare la differenza.
Proprio così, perchè a un buon titolo va aggiunta anche una descrizione dettagliata – ma entro un numero limitato di caratteri – di ciò per cui è stato scritto l'articolo. La cosiddetta meta description, ovvero quella stringa che sui risultati presenti nei motori di ricerca è rappresentata sotto al titolo di ciascun risultato, non deve essere altro che il riassunto fedele e sintetico del vostro articolo. Al suo interno deve contenere almeno la parola chiave principale, se sarete abili troverete il modo di inserire anche una correlata in modo da rendere ancora migliore l'indicizzazione dell'articolo sui motori di ricerca. Nella maggior parte dei casi, la meta description non deve superare le 180 battute, spazi compresi. Ecco perchè dovrete fare buon uso dello spazio che avrete a disposizione per scrivere una buona meta description.
Articolo a cura di Romaweblab | Realizzazione siti web