MARCHE – Il via libera alla polvere di latte farà sparire il pecorino marchigiano e gli altri formaggi tradizionali censiti, oltre a frenare le esportazioni di prodotti lattiero caseari regionali.
A denunciarlo è la Coldiretti Marche che ha manifestato a Roma con quasi un centinaio di allevatori in occasione della mobilitazione di casari e consumatori in piazza Montecitorio a difesa del Made in Italy per impedire il via libera in Italia al formaggio e allo yogurt senza latte che danneggia ed inganna i consumatori e mette a rischio un patrimonio gastronomico custodito da generazioni, con effetti sul piano economico, occupazionale ed ambientale.
Con un chilo di polvere di latte che costa sul mercato internazionale 2 euro, denuncia la Coldiretti, è possibile produrre 10 litri di latte, 15 mozzarelle o 64 vasetti confezioni di yogurt e tutto con lo stesso identico sapore perché viene a mancare quella distintività che viene solo dal latte fresco dei diversi territori.
"Il pressing esercitato dalla Commissione Europea sull’Italia ha già stimolato gli interessi degli speculatori con le importazioni di latte e crema in polvere che sono aumentate a livello nazionale del 16 per cento nel primo trimestre 2015 rispetto allo scorso anno, secondo una analisi della Coldiretti. E non è certo casuale che i 2/3 delle importazioni provengano da Francia e Germania, l’asse che detta la linea politiche dell’Unione Europea. in corso un pericoloso braccio di ferro che potrebbe portare alla chiusura delle stalle, alla perdita di posti di lavoro, all’omologazione e all’appiattimento qualitativo della produzione nazionale – sottolinea Tommaso Di Sante, presidente della Coldiretti Marche – dopo la lettera di diffida inviata all’Italia dalla Commissione Europea, che è stata purtroppo sollecitata dall’associazione italiana delle Industrie lattiero casearie (Assolatte)”. Si vuole porre fine al divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari, previsto dalla legge nazionale n. 138 dell’11 aprile del 1974, che ha garantito per oltre 40 anni l’alta qualità della produzione casearia nazionale. Il superamento di questa norma, continua la Coldiretti, provocherebbe l’abbassamento della qualità, l’omologazione dei sapori, un maggior rischio di frodi e la perdita di quella distintività che solo il latte fresco con le sue proprietà organolettiche e nutrizionali assicura ai formaggi, yogurt e latticini Made in Italy. La polvere di latte è un prodotto “morto” privo di proprietà organolettiche che può arrivare da qualsiasi parte del mondo dove i maggiori produttori sono Nuova Zelanda e Stati Uniti mentre in Europa i leader sono Francia e Germania. La disidratazione consente di concentrare i costituenti del latte rendendoli conservabili a temperatura ambiente per oltre un anno e la tecnologia di produzione prevede che il latte, dopo essere stato corretto del suo contenuto di grassi, venga trattato termicamente con una perdita di valore biologico delle proteine del latte che può essere anche rilevante.