Il mondo del lavoro è sempre in costante mutamento, ma negli ultimi anni, con l’avanzare della tecnologia e i nuovi bisogni scaturiti dal periodo pandemico, si sta assistendo ad una vera e propria rivoluzione. I lavori del futuro sono sempre più multidisciplinari e per capire cosa serve per lavorare nel mondo di oggi, è fondamentale guardarsi intorno e valutare strumenti e competenze necessari per essere in linea con quanto richiedono i recruiter. Secondo l’indagine Swg Italian Tech e Reply oltre ad essere mutate le richieste delle aziende, sono anche cambiati i desideri degli italiani, che desiderano un lavoro economicamente più soddisfacente ed anche in grado di favorire un maggior equilibrio tra vita privata e lavoro.
Per il 93% delle persone che ancora devono entrare nel mondo del lavoro, ritiene fondamentali le competenze digitali, perché ottimizzano il lavoro e permettono anche di gestire impegni a distanza. Per chi invece già lavora, è molto più importante acquisire capacità di problem solving e decisionali. Tutte queste nuove riflessioni sul mondo lavorativo riguardano ogni settore, anche quelli che sono da sempre considerati meno coinvolti dalla trasversalità di competenze rispetto ad altri ambiti professionali.
Pensiamo ad esempio al medico, una professione di alto livello e con elevate percentuali di inserimento lavorativo, che, negli ultimi anni, non solo ha dovuto rivedere l’organizzazione delle mansioni, soprattutto nel pubblico, ma è diventato anche ambasciatore delle innovazioni. Nella medicina infatti la tecnologia ormai la fa da padrone, soprattutto nello sviluppo di terapie avanzate e nello studio di sistemi complessi, come quelle delle attività cerebrali.
Medici e ingegneri: come dialogano
Alla luce di quanto già accennato, il medico ha oggi anche la necessità di dialogare con diverse figure professionali, come gli ingegneri e i data scientist, con l’obiettivo di elaborare cure, processi clinici e portare avanti la ricerca grazie all’utilizzo di nanotecnologie, all’analisi dei big data e alle machine learning. L’applicazione di queste nuove metodologie di lavoro non trova sbocchi solo nel settore pubblico o nelle cliniche private, ma è fondamentale anche nella ricerca farmaceutica, che ha lo scopo di trovare nuovi farmaci, sempre più avanzati, per vincere le sfide con le patologie più fatali e migliorare la qualità della vita. Il lavoro di medici, ingegneri e tecnici, è dunque d’equipe multidisciplinare, e ognuno dovrà essere in grado di capire l’altro attraverso l’acquisizione di competenze trasversali.
Medicina e ingegneria: come unire le competenze
Per far fronte all’esigenza di unire conoscenze tecnologiche e competenze mediche, sono nati corsi di laurea specifici, che formeranno i tecnici che affiancheranno i medici-ingegneri del futuro. Il curriculum di ingegneria biomedica è quello che risponde meglio alle nuove necessità della salute, e, grazie alle Università telematiche riconosciute dal MUR come Unicusano, è un percorso accessibile anche a distanza, con la formazione in e-learning e anche al possibilità di frequentare il campus per servizi aggiuntivi. Chi si laurea in ingegneria biomedicale sarà in gradi di gestire e organizzare processi produttivi e sistemi manifatturieri per la realizzazione di prodotti e servizi legati alle imprese e le amministrazioni pubbliche, con particolare attenzione ai prodotti biomedicali. Sarà infatti una figura chiave nella progettazione e realizzazione di macchinari per diagnosi e cura e nel miglioramento del rapporto medico-paziente grazie all’ausilio delle tecnologie.