MARCHE – Un quadro pesante, quello che emerge dal Rapporto annuale dell’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro, presentato questa mattina in Regione.
Uno strumento di analisi statistica che fotografa la situazione del 2013 e il primo trimestre 2014, indispensabile per trarre scelte strategiche per il futuro. Il primo trimestre 2014 -In base ai dati della rilevazione Istat, nei primi tre mesi dell’anno in corso, si interrompe il calo dell’occupazione regionale che aveva segnato variazioni negative per cinque trimestri consecutivi. Nel periodo gennaio-marzo il numero di occupati registra un incremento che, seppure di marginale entità (+0,1%), va in controtendenza alle dinamiche nazionali (-0,8%) e a quelle delle circoscrizioni del Nord Italia. La favorevole evoluzione riguarda solo il segmento degli autonomi (+3,4%), poiché i dipendenti risultano in diminuzione dell’1,0%.
Osservando le componenti settoriali va notata la dinamica positiva dell’industria (+6,7%) e delle costruzioni (+14,4%). Il protrarsi della crisi ovviamente ha avuto riflessi pesanti anche nella regione Marche, a causa anche della peculiarità della sua struttura economica a forte vocazione manifatturiera e dalla diffusa presenza di piccole e micro imprese. Le principali indagini congiunturali mettono in evidenza, tuttavia, moderati segnali di recupero che sembrerebbero indicare, quantomeno, una interruzione della tendenza negativa. Si osservano, infatti, marginali incrementi dell’attività produttiva nelle aziende più strutturate e segnali di recupero dell’attività commerciale anche nelle imprese di più piccola dimensione.
Il tasso di disoccupazione sale dall’11,4% del primo trimestre 2013 all’attuale 11,7%, quasi due punti percentuali in meno rispetto alla media del Paese, ma l’andamento delle assunzioni mostra un miglioramento rispetto ai precedenti trimestri. Nel complesso, infatti, il numero di nuovi contratti aumenta dello 0,7% mentre, se si considera solo il lavoro dipendente, le dinamiche hanno maggiore incisività, con un incremento tendenziale del 3,5%, pur considerando una consistente riduzione del tempo indeterminato (-15,1%), dovuta alla mancata trasformazione di contratti a termine. Il 2013 -In un contesto di forte e prolungata recessione economica, come quella che stiamo attraversando, la condizione giovanile ha registrato un peggioramento delle difficoltà nel reperire un’opportunità di lavoro. Il tasso di occupazione riferito ai giovani fino ai 29 anni, registra una flessione di 3,8 punti percentuali rispetto al 2012, ma ne perde ben 11 con riferimento al valore del 2008. Parallelamente il tasso di disoccupazione della stessa classe di età sale dal 21,5% al 25,2%.
La differenza tra assunzioni e cessazioni si attesta a -4mila unità e registra un’ulteriore flessione sul dato del 2012. Il quadro occupazionale dei 15-29enni risulta in controtendenza nel settore turistico, dove si registra una differenza positiva. Se tutte le componenti di reddito risultano in calo ( gli investimenti delle imprese marchigiane diminuiscono del 6,1%, i consumi delle famiglie del 2,4%) l’export, invece, è in grado di fornire un contributo positivo, con un’espansione dei flussi pari al 13,0%. Il ricorso alla cassa integrazione è in crescita del 25,1% per la componente ordinaria e straordinaria e del 17,5% per quella in deroga, che coinvolge oltre 30.500 lavoratori. Quelli posti in mobilità sono stati poco meno di 8mila e risultano in calo del 42,5% rispetto al 2012, a causa, soprattutto, della componente non indennizzata, il cui utilizzo è stato sostanzialmente sospeso dall’Inps (circolare 137/2012).
Nella nostra regione, le imprese attive diminuiscono dell’1,1%, in linea con le tendenze nazionali, e il tasso di crescita rimane su valori negativi (-0,24%) per il secondo anno consecutivo. Per l’artigianato e la piccola impresa, in generale, la contrazione è ancora più accentuata, in calo del 2,1%. La criticità del mercato del lavoro nel 2013 è stata evidente: un calo dell’occupazione pari al 3,4%, sia tra i dipendenti a tempo indeterminato sia tra i dipendenti con contratti a termine. Le dinamiche occupazionali, in tutti i principali settori di attività, mostrano un segno negativo : difficoltà più forti nella provincia di Pesaro e Urbino (-7,7%) e in quella di Macerata (-4,2%), mentre è in controtendenza il territorio di Ascoli Piceno, in cui si osserva una crescita del 3,2%. Aumenta anche il numero di chi cerca lavoro: 78mila unità nel corso del 2013 salite a 82 mila nel primo trimestre 2014. Il tasso di disoccupazione, all’11,1%, resta sotto la media nazionale (12,2%). La dinamica di calo è sostanzialmente identica sia per i maschi, sia per le femmine e un differenziale contenuto in riferimento alla cittadinanza, con le assunzioni di stranieri in calo dell’11,9% (-9,1% per gli italiani). La perdita di posizioni lavorative, rilevata su tutto il territorio della regione, sia a livello di provincia sia di CIOF, riguarda oltre 6.600 maschi e circa 4.200 donne. “Certo l’analisi dei dati – ha concluso Marco Luchetti – ci mostra un anno pesante e molto difficile, ma contiamo sull’inizio di una controtendenza che naturalmente dovrà consolidarsi per avere effetti incisivi sulla nostra economia, ma che lascia sperare in una ripresa reale se ci sarà l’impegno di ogni componente della comunità.”
“I giovani – ha detto l’assessore al Lavoro Marco Lucchetti – costituiscono un’ emergenza anche nelle Marche e stanno mostrando una propensione al lavoro autonomo, hanno buone idee e si stanno impegnando. Seguendo anche la tendenza in aumento dei lavori autonomi, avvieremo progetti sempre più collegati tra Università e mondo del lavoro dando continuità ai dottorati di ricerca ( 84 finora), per le start up di impresa, i temporary manager, il ricambio generazionale di impresa, continuando nella politica di incentivo alla creazione di impresa ( prestito d’onore che segna già 900 nuove imprese), all’istruzione tecnico professionale, per corrispondere alle esigenze di rinnovamento continuo del mercato . Con Garanzia Giovani , invece, ci stiamo già impegnando ( 4500 i giovani già iscritti) ad utilizzare al meglio le risorse in favore di quei giovani che hanno trovato più difficoltà a trovare un percorso di istruzione medio alta e che attualmente sono più disorientati nel mercato”.