ATTUALITA' – La nostra storia d'Italia è fatta di lotte e di occasioni perse per far trionfare la giustizia sociale.
La rabbia è ancora maggiore quando i cittadini dopo aver espresso il proprio parere con la rabbia e le cattive, ma anche con le "buone" e quindi con gli strumenti più democratici, come nel caso del referendum popolare, non vengono ascoltati. Nel caso dell'utilizzo pubblico dell'acqua si potrebbe arrivare a sostenere che siano stati letteralmente presi in giro, visti gli esiti del voto del 12 e 13 Giugno 2011 e la mancanza di volontà da parte della classe dirigente di rispettare la decisione del popolo.
Ci sono lotte che noi cittadini non possiamo dimenticare, anche per non ridurre ogni discorso alla solita frase "tanto non cambia nulla". La gestione dell'acqua potabile è di vitale importanza e abbassare la guardia sull'operato dei nostri governanti significa dargliela vinta dimenticarci delle grandi conquiste del passato quando, senza social network e 5G, bastava poco per fare "rete" e ritrovarsis dalla stessa parte contro i soprusi dei potenti.
Nel 1980 Palagonia, comune in provincia di Catania, vive un momento storico che cambierà per sempre la storia del paese. Il popolo da anni afflitto dalla mancanza di acqua, ormai stanco di sentire promesse politiche che non si realizzano, decide di riprendersi ciò che gli è stato troppo a lungo negato: l'acqua. Accade così che scese in piazza, protestò e organizzò manifestazioni e cortei per far sentire in maniera imponente la sua rabbia. La rivolta popolare porta dei risultati concreti e la situazione migliora. Il commissario straordinario Lo Franco si sostituisce ad una giunta decisamente inadeguata ad affrontare questa situazione di emergerza, ponendosi come intermediario tra il Comune e la Regione. La sommossa durò qualche giorno, ma fu intensa, soprattutto perchè inaspettata, dimostrando alla classe contadina, che unita, avrebbe potuto recuperare il diritto all'acqua. Grazie al suo impegno si otterrà che l'approviggionamento idrico provenga da 3 pozzi privati: Blandini, Frangello e S. Antonio.
L'acqua è un bene fondamentale, come dimostra l'impegno delle piccole associazioni territoriali che convergono verso la sigla nazionale di Acqua Bene Comune. I dirigenti politici fanno orecchio da mercante, ancora oggi, utilizzando le ragnatele burocratiche per rallentare il processo di diritto che dovrebbe sancire, grazie al referendum del 2011, che la risorsa idrica resti per sempre pubblica.
Nonostante questo, trattandosi di una risorsa indispensabile per la sopravvivenza dell'uomo, è facile immaginare che potenti e influenti lobby, intendano speculare sul fabbisogno idrico della popolazione mondiale per arricchirsi. Si tratta di persone senza scrupoli, i cui tentacoli possono raggiungere ogni settore della società, influenzando l'opinione pubblica a proprio piacimento.
Per questa ragione è fondamentale mantenere alta la soglia di attenzione e cercare di fare quanta più controinformazione possibile, perchè venga ribadito a gran voce come l'acqua sia un bene dell'uomanità intera e non possa in alcun modo rimanere un privilegio di alcuni o mezzo di guadagno di un'elite al potere.
Come disse San Francesco d'Assisi: "Laudato sii, mio signore, per sora acqua, la quale è molto utile, e umile, e preziosa e casta.