Oggi è morto Silvio Berlusconi, ricoverato da due giorni in ospedale a causa di una leucemia mielomonocitica cronica: cura e diagnosi della patologia.
Questa mattina è deceduto il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, aveva 86 anni. L’ex premier era da due giorni ricoverato presso l’ospedale San Raffaele di Milano per alcuni accertamenti legati alla patologia che gli era stata diagnosticata qualche mese fa: leucemia mielomonocitica cronica.
Berlusconi era stato dimesso dallo stesso nosocomio del capoluogo lombardo solo tre settimane fa, dopo un ricovero di oltre un mese, per parte trascorso nel reparto di terapia intensiva, poi in degenza ordinaria.
Leucemia mielomonocitica cronica, diagnosi e cura della patologia
L’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è morto stamane, lunedì 12 giugno, all’ospedale San Raffaele di Milano, dove era stato ricoverato venerdì scorso. Inizialmente si era parlato di accertamenti già in programma e anticipati solo di qualche giorno, poi il quadro clinico sarebbe precipitato nelle ore successive.
Il leader di Forza Italia era stato dimesso dal San Raffaele lo scorso 19 maggio, dopo un ricovero durato 45 giorni a causa di un’infezione polmonare e della malattia che gli era stata diagnosticata due anni prima e che si è riacutizzata nelle scorse settimane fa: la leucemia mielomonocitica cronica. Si tratta di un raro tumore al sangue che colpisce principalmente le persone in età avanzata, l’incidenza annuale è di 1 ogni 100mila persone in Italia. Si può sviluppare in due forme: displastica e proliferativa. Nella prima prevalgono anemia e neutropenia, mentre nella seconda, quella che avrebbe colpito l’ex premier, si ha un netto aumento dei globuli bianchi.
I sintomi più comuni di questa patologia sono anemia, spossatezza, difficoltà cardio-respiratorie, ma anche indebolimento, perdita di peso e infezioni frequenti, anche di tipo polmonare come quella che ha colpito il fondatore di Mediaset ad aprile.
La diagnosi avviene sempre con esame del sangue e analisi dei cromosomi, mentre per la terapia si ricorre alla chemioterapia e successivamente al trapianto di cellule staminali da un potenziale donatore. Per il trapianto, però, si tiene sempre conto dell’età ed anche delle condizioni di salute del paziente. Solitamente il trapianto si esegue sino ad un età di circa 70 anni.