L’attenzioneL’attenzione del giorno di superedo.it è rivolta a una delle nuove proposte della piattaforma Netflix di qualche giorno fa, precisamente del 15 febbraio 2023, ossia, la nuova serie tv Lidia Poët, ambientata nella Torino dell’Ottocento e che vede protagonista la stessa Lidia, prima avvocatessa europea della storia.
In meno di 10 giorni, questa trama è riuscita a raggiungere grandi numeri di visualizzazioni entrando, cosi, tra le più viste degli ultimi tempi.
Tuttavia, qualcuno ha da dire qualcosa di non piacevole in merito, e quel qualcuno è la parentela della vera Lidia Poet.
Lidia Poet tra Netflix e realtà
La Lidia Poët della nostra realtà fu una donna rivoluzionaria che lottò e non poco per esercitare la professione di avvocato, cosa assolutamente impensabile per il genere femminile del tempo, poiché, quasi non era gradita o ammessa la presenza delle donne se non per estreme necessità come una testimonianza o un’accusa.
La medesima donna portata su Netflix, per la miniserie in questione, cerca di raccontare la stessa storia, riportando però delle differenze che non sono assolutamente piaciute ai discendenti Poët: Marilena Jahier, la pronipote più piccola della famiglia, si dice addirittura molto arrabbiata e l’altro pronipote Valdo Poët.
La vera Lidia non rispecchia quella di Netflix, poiché, secondo le dichiarazioni dei nipoti, la donna della serie tv è troppo romanzata, come tutta la trama riportata sullo schermo.
Lidia non ha mai vissuto né a Torino né mai in una grande villa ricca, ma la sua residenza è sempre stata a Pinerolo, una dimora storica del centro.
Il fratello della protagonista non si è mai sposato. Sia lui che sua sorella Lidia, hanno avuto dei figli, ma senza essere mai coniugati a nessuno. Altra enorme differenza rispetto alla miniserie, in cui si vede il “fratellone” Poët, sin dal primo episodio, oltre che essere un avvocato, un classico padre di famiglia e marito dell’Ottocento.
La pronipote si è fermata al primo episodio, Valdo Poët?
Marilena Jahier, come già detto, è rimasta enormemente delusa da Netflix, alquanto arrabbiata precisamente, affermando di non aver proseguito la visione dopo aver concluso il primo episodio.
La donna che ricordava lei era diversa ed estremamente riservata, le parolacce presenti nella serie tv non esistevano neppure all’epoca, e soprattutto, afferma ancora, non faceva parte dell’Idone della donna.
Quindi perché adoperare un linguaggio inesistente per “il mondo dell’Ottocento” e metterlo “in bocca” a una Lidia?
Per enfatizzare, modernizzare e rafforzare un personaggio femminile d’avanguardia?
Marilena non è d’accordo. Si è stravolto troppo, la fiction si è allontanata, inoltre, dalla realtà dell’essenza stessa della storia di Lidia, una donna che ha fatto tanto per la società e per i diritti delle donne. Quello che appare secondo la pronipote è un personaggio troppo costruito, preparato e stereotipato per il grande schermo.
La scena di sesso iniziale, sostiene, n’è una conferma.
Per quanto riguarda invece Valdo Poët, lui sostiene di non aver visto neanche una puntata della miniserie Netflix e le sue intenzioni resteranno tali per il momento, forse, dichiara, potrebbe vedere dei piccoli spezzettoni.
Le sono bastate le dichiarazioni altrui, che sembrerebbero non essere in linea alla sua antenata incontrata all’età di 7 anni a Diano Marina e conosciuta tramite i racconti dei propri famigliari.
In conclusione, per i discendenti della Poet, solo il libro dedicato alla sua vita, attualmente è degno della sua memoria e storia importante.
Per quanto riguarda gli spettatori della piattaforma Netflix, in questi giorni continuano ad aumentare, non è ancora ben chiaro se la critica sarà positiva o negativa, né se Netflix deciderà, ufficialmente, di investire sulla seconda stagione.