MACERATA – Nell’anno accademico 2016/2017, in coerenza con i risultati degli anni precedenti, l’Università di Macerata ha superato gli undicimila iscritti.
Circa 10.350 sono gli studenti che hanno scelto l’ateneo maceratese per corsi di laurea di primo e secondo livello sono stati, oltre 700 quelli che hanno deciso di completare la propria formazione post-laurea, ossia di terzo livello, iscrivendosi a master, corsi di formazione e perfezionamento, scuole di specializzazione, dottorati di ricerca. L’aumento, in entrambi i casi, è stato di quasi il 3% rispetto all’anno precedente.
Crescono tutti i Dipartimenti, in particolare quello di Scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo, con il 4,5%, e di Studi umanistici, con il 5%. Questi risultati consentono a Unimc di tornare nel gruppo dei medi atenei. “La reputazione circa la qualità dei nostri corsi cresce di anno in anno – sottolinea con soddisfazione il rettore Francesco Adornato – e induce una crescita costante nelle iscrizioni al primo anno, con incrementi vicini 3% e un totale di circa 3.300 nuovi iscritti. Le recenti classifiche pubblicate dal Censis confermano l’autorevolezza dei nostri corsi, ai primi posti in Italia: secondo posto nel settore letterario-umanistico e terzo posto in quello delle scienze dell’educazione e della formazione.
La stessa valutazione Anvur, su sedici atenei esaminati, colloca l’Università di Macerata al secondo posto subito dopo il Politecnico di Torino. Tuttavia, voti e dati, sono elementi di confronto. La questione strutturale riguarda la nostra più profonda e convinta visione su cosa vogliamo fare dell’Ateneo di Macerata, uno dei più antichi e reputati in Italia. Intendiamo, infatti, farne un avamposto scientifico e culturale nelle dinamiche globali, un punto di riferimento nello sviluppo del territorio, uno spazio di accoglienza e di confronto, una comunità che contribuisce a dare fiducia alla comunità più ampia. Il futuro di Unimc risiede nella sua capacità di immaginare e impaginare i percorsi formativi negli infiniti mondi con cui dobbiamo confrontarci, guardando soprattutto a Est: da Ancona ai Balcani, fino a Mosca e Pechino. L’obiettivo è quello di fare di Unimc e di Macerata e del suo territorio, un caleidoscopio di culture e di lingue, pur nelle dovute differenze”.