ECONOMIA – Vivere con meno di 651 euro al mese. E’ questa la soglia di reddito sotto la quale si viene considerati poveri.
Reddito che sale a 1.085 euro per una famiglia di due persone, a 1.443 euro per una famiglia con tre componenti e a 1.768 euro con quattro componenti. Nelle Marche sono 56.920 le famiglie e 134.794 le persone che sbarcano il lunario in queste condizioni di difficoltà economica. Disagio sociale che coinvolge l’8,8 per cento dei nuclei familiari marchigiani, in leggero calo rispetto all’8,9 del 2016. In Italia i poveri alla fine del 2017 erano il 12,3 per cento della popolazione, in crescita rispetto al 10,6 per cento dell’anno precedente. Ad affermarlo un’indagine del Centro Studi Cna Marche, che ha elaborato i dati Istat. Il record delle famiglie povere si ha in Calabria con il 35,3 per cento seguita dalla Sicilia con il 29 per cento e da tutte le regioni del Sud in doppia cifra. La statistica sulla povertà è la fotografia di un Paese diviso in due con la Valle D’Aosta che ha il minor numero di famiglie in povertà (4,4 per cento), seguita dal Trentino Alto Adige (4,9), dalla Lombardia (5,5) e da tutte le regioni del Centronord sotto il 10 per cento. Unica eccezione l’Umbria con il 12,6 per cento di famiglie povere mentre le Marche si fermano all’8,8 per cento. “Sono questi 134.794 i marchigiani che sperano nel reddito di cittadinanza per migliorare la loro condizione economica ed arrivare a fine mese. Si tratta” afferma il direttore del Centro Studi Cna Marche Giovanni Dini “di persone che non riescono a risparmiare né tanto meno a sostenere spese impreviste, spesso sono costrette a non saldare o a posticipare il pagamento di mutui, affitti e bollette, risparmiano sulle spese di riscaldamento e rinunciano agli interventi di manutenzione della propria abitazione. Infine risparmiano anche sulle spese mediche e su quelle alimentari. A stare peggio, tra le famiglie povere, sono quelle con figli minori e quelle più numerose. Inoltre la povertà aumenta se il capofamiglia non ha un titolo di studio o si ferma alla licenza elementare. Le famiglie povere in questa situazione sono il triplo di quelle con il capofamiglia diplomato o laureato. Infine, ed è una triste conferma, la diffusione dell’indigenza e della povertà è decisamente più elevata tra le famiglie con stranieri e soprattutto tra quelle formate da soli stranieri. “Registriamo con soddisfazione” sostiene Dini “il fatto che sembra essersi fermata la corsa all’impoverimento delle famiglie marchigiane. Ma la crisi morde ancora troppe persone, soprattutto quelle con figli piccoli. Per aiutare le famiglie ad uscire dalle difficoltà economiche non bastano reddito di cittadinanza e politiche assistenziali. E’ fondamentale mettere in campo un grande piano di investimenti in lavori pubblici e infrastrutture e aiutare le piccole e medie imprese a creare nuovi posti di lavoro, riducendo loro le tasse e i contributi previdenziali per dare non solo un reddito ma anche un lavoro ai troppi che ancora ne sono sprovvisti”.