LAVORO – Non studiano e non lavorano. Hanno abbandonato la scuola ma hanno anche rinunciato a cercare un’occupazione. Non sono iscritti agli uffici di collocamento e le statistiche non li considerano disoccupati.
Sono gli inattivi scoraggiati, quelli che non cercano un lavoro, ma se fosse il lavoro a trovarli, sarebbero disponibili a rimoccarsi le maniche per portare a casa un reddito. In Europa li chiamano “neet”. Nelle Marche alla fine di marzo del 2018 erano 26.668 rispetto ai 23.448 dello stesso periodo dell’anno precedente. Un aumento di 3.220 unità, pari al 13 ,7 per cento. A perdere la speranza di trovare un lavoro, tanto da rinunciare a cercarlo, sono soprattutto le donne. Un esercito di 18.382 persone del gentil sesso che non studiano e non lavorano. Gli uomini scoraggiati sono 9.773.
“ Quello dei ‘neet’” afferma il presidente Cna Marche Gino Sabatini “non è solo un fenomeno economico ma anche sociale perché significa che queste persone scoraggiate, per lo più giovani, hanno perso al speranza di credere nel futuro. Dobbiamo restituire loro questa speranza e le piccole e medie imprese devono essere mese in condiizone di assumere, grazie all’abbattimento del costo del lavoro e del cuneo fiscale. E’ nelle piccole imprese che si creano nuovi posti di lavoro. Alla fine di marzo, secondo l’Osservatorio Lavoro del nostro Centro Studi “nelle micro e piccole imprese l’occupazione, rispetto a marzo 2017, è cresciuta del 3,5 per cento e dell’11,8 per cento negli ultimi tre anni.”
Occupati in crescita. Grazie al contributo determinante delle micro e piccole imprese, in un anno l’occupazione è aumentata nelle Marche di 23.318 unità (+3,9 per cento) di cui 16.599 uomini e 6.719 donne. Tra marzo 2017 e marzo 2018 è crollato anche il tasso di disoccupazione sceso per la prima volta dall’inizio della crisi nel 2008, sotto il 10 per cento (9,1 rispetto all’11,5 dello stesso periodo dell’anno precedente. L’aumento occupazionale riguarda solo manifatture e costruzioni perché sia l’agricoltura sia i servizi registrano una perdita di addetti, particolarmente decisa per l’agricoltura (-8,9 per cento pari a 1.271 addetti), fortunatamente lieve per i servizi (-0,1 per cento pari a 527 lavoratori). Per le manifatture la crescita occupazionale oltrepassa le 23 mila unità (+12,7%) e per le costruzioni sfiora 1.900 unità (+5,4%).
“Si tratta” sostiene Sabatini “di dinamiche molto importanti perché sanciscono che la ripresa delle nostre produzioni manifatturiere comporta anche una ripresa occupazionale, e quindi che il mutamento tecnologico in atto non produce disoccupazione crescente. Inoltre dimostrano che l’edilizia marchigiana sta ripartendo anche se la ricostruzione post-terremoto è ancora quasi ferma.”
Meno disoccupati ma crescono quelli che non hanno mai lavorato. I disoccupati marchigiani, rende noto il Centro Studi Cna Marche, che ha elaborato i dati Istat, sono 63.122 con una diminuzione del 19,2 per cento rispetto ai 78.141 del primo trimestre 2017 (-15.019). Le imprese, a giudicare dai dati Istat, preferiscono assumere chi ha precedenti esperienze lavorative, Infatti, i disoccupati che non hanno mai lavorato, sono aumentati da 16.104 a 16.442 (+338).