URBISAGLIA – Non è stato facile per i Carabinieri della Compagnia di Tolentino stroncare l’attività di spaccio di cocaina che ha fruttato ingenti guadagni ad una coppia di coniugi albanesi.
Mentre lui era in carcere dopo essere stato arrestato (per ben due volte) con cocaina e denaro, la moglie, S.R. di 37 anni, continuava a mantenere il mercato della droga a Urbisaglia e zone limitrofe. Anche durante il periodo in cui il marito beneficiava degli arresti domiciliari, la coppia ha proseguito l’attività, persino in casa. Ma dopo qualche mese di pedinamenti, riprese video e intercettazioni, i militari hanno chiuso il cerchio intorno alla coppia, prima con l’arresto dell’uomo, il 43enne S.H., il 27 febbraio scorso, e ieri con l’arresto della donna nei confronti della quale il GIP, su richiesta del P.M. Claudio Rastrelli, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare per concorso in spaccio, spaccio di stupefacenti e minaccia nei confronti di un testimone per indurlo a ritrattare.
Proprio la contestazione di quest’ultimo reato rende l’idea del ruolo sicuramente non secondario tenuto dalla donna nell’intera attività illecita che ormai si protraeva da qualche anno. Ma ciò che risulta ancor più grave, è che la donna, nonostante i precedenti sequestri di droga e denaro ed i vari arresti del marito (è ancora in carcere a Camerino), abbia continuato a mantenere inalterato il suo traffico. Infatti, ieri, in occasione del suo arresto, i militari le trovavano ancora una volta della cocaina. In bagno, tra gli asciugamani riposti in uno scafale, nascondeva nove grammi di cocaina. Ovviamente non potevano mancare anche il bilancino di precisione ed il cellophane per confezionare le dosi.
La donna faceva notare in paese anche il suo elevato tenore di vita (abiti griffati, assiduo ricorso a parrucchiere ed estetista, ecc.). I militari, infatti, nel pur modesto appartamento, si trovavano ad effettuare la perquisizione tra le decine di capi di abbigliamento, accessori e quant’altro delle più note griffe. Per non parlare dei prodotti alimentari di marca e di primissima scelta di cui dispense e frigorifero erano colmi.
Anche per la donna si sono aperte le porte del carcere di Camerino, dove da tempo si trova anche il marito.