Sembra che ci sia uno spiraglio di “pace” tra il presidente del Napoli De Laurentiis e la parte più calda del tifo
Restano ancora impresse negli occhi le immagini e quei brutti video che hanno fatto il giro del web, che durante la partita tra Napoli e Milan, allo stadio Diego Armando Maradona di Napoli, alcuni gruppi ultrà della curva B crearono risse e gettarono fumogeni in campo.
Tutto per contestare il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che sta portando la squadra al raggiungimento di un sogno insperato. Quella sera infatti, famiglie che lasciavano la curva B, dopo scontri tra vari gruppi che decisero di “voltare” le spalle alla squadra e non sostenerla. E ciò non andò giù ad altri appassionati azzurri.
Ieri, però è arrivata la tanto attesa notizia, che i tifosi aspettavano da un po’ di tempo. Infatti, dalla partita di sabato alle 18 contro il Verona, i tifosi potranno riportare bandiere, striscioni, tamburi e megafoni, per far tornare lo stadio partenopeo caldo come una volta.
La contestazione, non era solamente per i prezzi fin troppo alti decisi dal primo massimo azzurro, bensì anche dal divieto imposto dalla questura napoletana ad entrare semplici bandiere per colorare lo stadio. Ultimamente infatti, il Maradona, sembrava tutto, fuorché un impianto sportivo.
Erano vietati ingressi a bandiere, tranne se non avevano una dimensione limitata, e bisognava chiedere il permesso alla società calcio Napoli, che avrebbe dovuto rispondere entro 5 giorni. E ciò non avveniva. Inoltre, nelle gare casalinghe con Lazio e Milan, i tifosi ospiti, hanno avuto il libero permesso di far entrare tutto ciò che volevano all’interno del Maradona.
Ciò voleva dire, che i controlli per le altre tifoserie non erano effettuati. I laziali ad esempio, portarono un vero e proprio “arsenale” tra fuochi, botti e fumogeni.
Ieri, De Laurentiis, recatosi a Roma ha avuto un incontro sia con Piantedosi che con il questore di Napoli e la decisione di far riaccendere il Maradona di passione è stata presa.
Il presidente in questi giorni ha subito offese da parte della zona calda del tifo napoletano, ma non ha mollato. La decisione ha soddisfatto sia gli ultrà che il presidente.