Una denuncia penale per omissione di atti d’ufficio nei confronti dell’azienda sanitaria unica delle Marche (Asur) che non ha dato seguito alla verifica delle condizioni di accesso al suicidio assistito come previsto nella sentenza della Corte Costituzionale su caso Cappato/Dj Fabo e come disposto dal collegio del Tribunale di Ancona in sede di reclamo.
Il caso, hanno riferito oggi il tesoriere dell’Ass. Coscioni, Marco Cappato, e uno dei legali, l’avv. Filomena Gallo, è quello di Mario (nome di fantasia), 43enne ex autotrasportatore marchigiano, tetraplegico da dieci dopo un incidente stradale, che da un anno chiede all’azienda sanitaria il suicidio assistito: dopo il diniego dell’Asl e un primo no del giudice, in sede di reclamo il collegio ha accolto l’istanza disponendo che l’Asur verifichi le condizioni del 43enne al fine di procedere.
Una decisione a cui l’Asur non ha dato seguito: dopo una diffida ad attivare la procedura, è stata ora depositata la denuncia alla Procura di Ancona a carico dell’azienda sanitaria regionale, nella persona del rappresentante legale, cioè della direttrice generale.
Immediate le reazioni politiche – Un’interrogazione del capogruppo Pd Maurizio Mangialardi all’assessore regionale alla Sanità delle Marche Filippo Saltamartini sulla vicenda del 43enne ex autotrasportatore, tetraplegico da dieci anni, che ha denunciato l’Asur per la mancata attivazione della procedura di verifica delle condizioni per l’accesso al suicidio assistito; una querelle iniziata un anno fa e culminata con l’ordinanza del tribunale collegiale di Ancona che, nel giugno scorso, aveva disposto all’Asur di compiere le verifiche per attivare la procedura, senza che poi l’azienda sanitaria vi desse corso.
L’atto verrà presentato lunedì prossimo. Oggi Mangialardi ha presenziato alla conferenza stampa dei promotori del Referendum per l’eutanasia legale, Marco Cappato e l’avv. Filomena Gallo, dell’Associazione Luca Coscioni, che assistono il 43enne marchigiano nella battaglia legale.
Con Mangialardi, tra gli altri, c’era anche l’ex parlamentare dem Silvana Amati che si batté in Parlamento per la legge sulle Dat (Disposizioni anticipate di trattamento).(Ansa)