CAMERINO – Un monumento ed una messa per ricordare Pietro Sarchiè, il commerciante ucciso e ritrovato morto il 5 luglio del 2014 nelle campagne del Maceratese.
La sua famiglia e le amministrazioni comunali di Pioraco, Sefro, Fiuminata e Camerin, in occasione del primo anniversario della sua morte, organizzano una cerimonia che si svolgerà il 20 giugno 2015 alle ore 18 di fronte la chiesa di Sellano in cui verrà scoperto un monumento realizzato per volontà della famiglia di Pietro e sarà celebrata una Santa Messa in suffragio.
Ecco il ricordo dei sindaci di Fiuminata Ulisse Costantini, Pioraco Luisella Tamagnini e Sefro Giancarlo Temperilli, relativo a Pietro Sarchiè: "Noi siamo gente tranquilla. Viviamo in luoghi dove si può vivere in serenità fuori dalla frenesia delle nostre città. Viviamo tranquilli tra paesaggi di verde e di acqua. Siamo gente di paese dove ci si conosce e ci si chiama per nome. Chi arriva è sempre ben accolto e lo si riconosce subito con un misto di accoglienza e di curiosità. Che diventa quasi affetto se poi questa persona è un ambulante che serve con simpatia e puntualità la nostra popolazione. Lo si aspetta come un parente, come un appuntamento a cui non si può venire meno, magari solo per una battuta o per ordinare qualcosa per la prossima volta. Così quando Pietro non si vedeva più è come se si fosse svuotato quel mercoledi. Come se fosse venuto meno un rituale rassicurante dell’ordinarietà della vita. Ci mancava qualcosa. Ci mancava qualcuno. Ci mancava un incontro che rendeva “ordinario” quel giorno. Quando poi è arrivata la notizia della morte violenta siamo rimasti sotto shock. Ci è sembrato impossibile una cosa simile nelle nostre zone. Non siamo abituati a queste tragedie, a queste crudeltà inspiegate ed inspiegabili. E’ vero viviamo tempi in cui l’imbarbarimento dei rapporti crea mostri che di uomini hanno solo l’apparenza. Pensavamo di essere al di fuori di questo vortice per cui la tragica fine di Pietro ci ha stordito. La sua morte crudele l’abbiamo avvertita non solo come un’ingiustizia, ma come un’aggressione non solo alla sua famiglia, ai suoi amici ma anche alle nostre comunità, ai nostri modi di vivere, ai nostri paesi. Perché Pietro era un’istituzione, un nostro paesano, uno che faceva parte dell’ordinarietà e della tranquillità della nostra vita. Per questo lo vogliamo ricordare. Nella preghiera, per i credenti, perché speriamo ad una giustizia superiore. Con un ricordo, dopo un anno dall’uccisione, per la società civile, per ricordare l’uomo, l’amico, il pescivendolo con cui abbiamo scritto un pezzo della nostra vita. Un ricordo che, per quanto umanamente possa essere possibile, vuole essere di conforto alla famiglia perché ricordiamo un uomo buono che lavorava, e faceva del lavoro un servizio, per la sua famiglia. Un ricordo che vogliamo fare perché fare memoria significa tracciare un solco nel presente della vita ed un monito per le generazioni future, un monito contro la violenza e la sopraffazione per affermare e testimoniare il valore della vita, dell’amicizia della non violenza. E per dire che non vogliamo lasciarci intimidire da tutto quello che questa violenza cieca e questo abbrutimento della vita voglia rappresentare e che chiediamo giustizia perché i colpevoli vengano condannati. Un ricordo che voglia sottolineare non solo il proposito di tutti i cittadini di rifiutare la violenza, non solo che non ci si arrende di fronte ad essa ma che si vuol essere costruttori di pace e tessitori di rapporti che rendano la vita tranquillamente ordinaria come i mercoledi in cui Pietro veniva qui a Fiuminata, Pioraco e Sefro".