Il cadavere di un giornalista di 59 anni è stato trovato all’interno di alcuni sacchi di plastica con le mani legate: l’ipotesi degli inquirenti.
Orrore a Huachines, località del comune di Tepic, in Messico. Il cadavere di un uomo è stato trovato nella giornata di ieri all’interno di alcuni sacchi di plastica con le mani legate. Sul posto sono arrivate immediatamente, dopo la segnalazione, le forze dell’ordine messicane.
Gli agenti della polizia, dopo poco tempo, hanno identificato il corpo: si trattava di un giornalista di 59 anni la cui scomparsa era stata denunciata il giorno prima dalla moglie che non riusciva a mettersi più in contatto con il 59enne. Secondo quanto appurato, il giornalista sarebbe stato assassinato probabilmente per il lavoro che svolgeva e le sue inchieste contro i narcotrafficanti.
Luis Martín Sánchez Iñiguez, giornalista di 59 anni che lavorava per il quotidiano progressista La Jornada, è stato trovato senza vita nella giornata di ieri, sabato 8 luglio, a Huachines, località del comune messicano di Tepic.
Il corpo è stato rinvenuto, secondo quanto riporta il sito messicano criticadn.mx, all’interno di alcuni sacchi di plastica e con le mani legate. Immediatamente sono scattate le indagini della polizia messicana che identificato il cadavere ed ora sta cercando di capire cosa sia accaduto al giornalista, di cui la moglie aveva denunciato la scomparsa proprio il giorno prima, dato che non aveva più sue notizie da giovedì sera.
Secondo quanto riscontrato dai primi accertamenti, Iñiguez sarebbe stato assassinato ed il corpo poi abbandonato: il cadavere, difatti, presentava evidenti segni di violenza. Non sono ancora chiari, però, la dinamica del delitto ed il movente. Si ipotizza che ad uccidere il 59enne possano essere stati membri di un gruppo criminale, forse narcotrafficanti: il giornalista più volte si era occupato del traffico di sostanze stupefacenti e delle attività dei cartelli. A sostegno di questa ipotesi la circostanza che dalla casa di Iñiguez pare mancassero materiale informatico e cellulari che utilizzava per il suo lavoro.
Purtroppo, non si tratta del primo caso che si registra nello stato dell’America Centrale: in passato altri giornalisti sono stati assassinati dai cartelli della droga per le loro inchieste.