Pechino chiama, Unimc risponde…e spunta l’idea di un corso di laurea

MACERATA – Si rafforza la collaborazione tra l'Università di Macerata e la Normale di Pechino – uno dei più prestigiosi atenei cinesi – nel segno dell'Istituto Confucio.

Oltre agli obiettivi di potenziare lo scambio di docenti e studenti e ad allargare lo studio del cinese nelle scuole superiori, sono state poste le basi per importanti progetti, come l'attivazione di un corso di laurea a doppio titolo italo cinese e l'organizzazione di un grande convegno internazionale su Padre Matteo Ricci.

L'occasione è stata offerta dalla riunione, che si è svolta stamattina, del consiglio direttivo al gran completo dell'Istituto Confucio maceratese. Al tavolo si sono seduti sia i componenti italiani dell'Ateneo Maceratese – i docenti Uoldelul Chelati Dirar, Filippo Mignini, Tommaso Pellin e Angelo Ventrone – che quelli cinesi dell'Università Normale di Pechino – il pro rettore Chen Guangju insieme ai docenti Jiang Yi, Yu Shengquan, Qu Ruxiao e Wang Jun – insieme al presidente, il rettore Luigi Lacchè, e ai due direttori dell'Istituto Giorgio Trentin e Yan Chunyou.

"Due anni passano velocemente – ha esordito il rettore Luigi Lacchè – ma in questo poco tempo l'Istituto ha raggiunto risultati stupefacenti". Come ha ricordato il direttore Trentin, infatti, l'Istituto Confucio ha riscosso un enorme successo con l'insegnamento nelle scuole secondarie. I corsi proposti, oltre a coprire tutta la regione Marche, sono stati richiesti anche da alcuni istituti di Abruzzo, Umbria e, proprio di recente, della Puglia. Inoltre, i tre licei classici di Ancona, Macerata e Recanati hanno fatto domanda per diventare vere e proprie "Classi Confucio", in modo da poter godere di finanziamenti autonomi direttamente dal Ministero dell'istruzione cinese. E' questo uno dei principali fronti da potenziare, insieme a quello delle imprese, che richiedono brevi corsi specialistici di formazione; a quello della mobilità di docenti e studenti – l'Istituto maceratese è uno dei più "assetati" di borse di studio; non da ultimo, la preparazione ai test internazionali di cinese, ai quali stanno aderendo un numero crescente di studenti. In questo modo, quindi, aumenterà il numero di ragazzi che potrebbero iscriversi all'università avendo già buone basi di conoscenza linguistica e che richiederebbero, perciò, dei corsi più avanzati rispetto a chi è completamente a digiuno di cinese.

La Normale di Pechino vuole estendere la collaborazione oltre il settore degli studi umanistici, coinvolgendo anche i Dipartimenti di Giurisprudenza e di Economia e diritto, ossia aree per le quali l'ateneo cinese è ai vertici nazionali. Una delle ipotesi è stata, quindi, quella di costruire un percorso comune di studi che porti gli iscritti delle due università a conseguire una doppia laurea, valida sia in Italia che in Cina, utilizzando anche i sistemi di didattica on line. Per potenziare lo scambio di studenti, inoltre, quelli di Macerata potrebbero frequentare i tanti corsi in inglese sulla filosofia e la cultura cinesi proposti dalla Normale sotto forma di Summer School. Visto l'interesse mostrato quest'anno da due scuole primarie maceratesi, inoltre, è stata avanzata la richiesta per avere docenti e materiali specifici per far conoscere la Cina ai bambini delle elementari. In via del tutto informale, la delegazione cinese ha mostrato interesse anche per Villa Lauri, che potrebbe essere usata come sede di prestigio per progetti internazionali di ricerca e didattica.

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