SAN SEVERINO MARCHE – Stanno già scavando da ore nel fango per liberare la linea di produzione ma anche i capannoni e il piazzale del pastificio Rummo.
Da ieri i volontari del gruppo comunale di Protezione Civile di San Severino Marche, sono arrivati nel primo pomeriggio, a Beneventano, per prestare aiuto alle popolazioni e alle attività colpite dalla terribile alluvione che nella notte tra il 14 e 15 ottobre ha provocato, fra l’altro, l’esondazione del fiume Calore.
Partiti all’alba insieme alla colonna mobile della Regione Marche, i volontari guidati dal coordinatore Dino Marinelli, si sono subito messi all’opera. Da San Severino Marche si è mossa, su di un mezzo fuoristrada su cui viaggia la squadra della Protezione Civile locale, una delle due idrovore utilizzate in queste ore senza sosta per togliere acqua e fango dai capannoni del pastificio Rummo, uno dei più noti d’Italia per il quale è scattata una vera e propria gara di solidarietà sui social network. E’ qui che, nella notte fra mercoledì e giovedì, i sommozzatori dei vigili del fuoco, aiutati poi da un elicottero al sopraggiungere delle prime luci del giorno, hanno tratto in salvo una settantina di dipendenti.
“La situazione non è facile, si lotta contro il tempo e il maltempo – spiega Dino Marinelli – La preoccupazione più grande, ora, è che arrivi dell’altra pioggia che non solo rischia di far tracimare ancora una volta i fiumi ma che, ovviamente, potrebbe rallentare le operazioni di soccorso”. Non si sa per quanto tempo i volontari settempedani resteranno nel Beneventano. Certo è che altre squadre sono pronte per dare il cambio a chi è partito subito dopo la dichiarazione dello stato d’emergenza.
“I nostri angeli del fango – sottolinea il sindaco, Cesare Martini – sono persone straordinarie. C’è chi ha dato subito la disponibilità ed è partito e chi si è detto pronto a mettersi anche in ferie se necessario, e a lasciare a casa famiglia e impegni, per dare una mano. Abbiamo subito risposto alla richiesta di aiuto così come fatto in molte altre situazioni da Senigallia all’Emilia Romagna alluvionata e fino all’Abruzzo terremotato. Il cuore grande dei settempedani si vede anche in queste cose”.