MARCHE – Una buona notizia per le Marche.
Nel recente dossier realizzato dalla Lav (Lega antivivisezione) sui dati e i numeri del randagismo in Italia la nostra regione emerge come una delle realtà che meglio ha "reagito" al fenomeno, con incidenza che si mantiene bassa, anche se bisogna lavorare ancora sul rapporto tra animali entrati nei canili e quelli che sono stati restituiti.
Il randagismo in Italia. Il fenomeno del randagismo è purtroppo ancora molto preoccupante e riguarda principalmente cani e gatti, le specie più diffuse nel nostro Paese, ma gli articoli del blog di animali di petingros ci ricordano che esistono anche altri tipi di "pet" che poi rischiano l'abbandono. Per quanto riguarda il quadro della situazione, secondo la Lav nel 2017 i cani presenti nei canili rifugio di tutta Italia sono aumentati del 9,26 per cento rispetto al 2016, raggiungendo quota 114.866, il 72 per cento dei quali è localizzato in strutture presenti nel Mezzogiorno. Inoltre, solo il 38 per cento degli oltre 91 mila cani entrati nei canili sanitari nel 2017 è stato restituito al proprietario.
Marche esempio positivo. Come accennato, la nostra regione in realtà rappresenta un esempio positivo a livello nazionale: nel corso dell'anno passato gli animali entrati nei canili marchigiani sono stati 1756, mentre quelli effettivamente restituiti 668, ovvero il 38 per cento, in perfetta media nazionale. Ma in questo 2018, sempre secondo le rilevazioni della Lav, c'è stato un ulteriore cambio di passo: nei primi 6 mesi dell'anno in corso le Marche sono la seconda regione in Italia per incremento di cani iscritti in anagrafe, con un più 88 per cento che sembra benaugurante.
I numeri del fenomeno. Tra gli altri numeri che emergono dal rapporto ce n'è uno che merita una discussione specifica, ovvero la mancata diffusione di strutture specifiche ad accogliere i gatti: a livello nazionale risultano attivi 434 canili sanitari e 766 rifugi (e 114 canili assolvono entrambe le funzioni), per un totale di 1.200 canili, il 44 per cento dei quali si trova nelle regioni del Mezzogiorno, il 37 per cento al Nord e solo il restante 19 per cento al Centro. Al contrario, invece, al Meridione scompaiono quasi del tutto i "gattili", con appena 7 strutture specifiche tra regioni meridionali e Isole contro le 94 del Centro Nord; simile il discorso anche per le colonie feline (quasi 8 mila al Sud contro le quasi 54 mila del Centro Nord) e per sterilizzazione dei gatti (al Mezzogiorno circa 15 mila, più di 54 mila nelle regioni centro settentrionali).
Italia divisa a metà. Insomma, l'Italia viaggia a doppia velocità anche quando si parla di animali domestici, come confermato dal commento dei rappresentanti della Lav, per i quali il "Paese è diviso sostanzialmente in due: da una parte, Centro-Nord Italia (a eccezione del Lazio) dove il randagismo canino è contenuto, mentre al Sud e nelle Isole il numero dei cani randagi è ancora rilevante. Ancora poche nel Mezzogiorno le colonie feline registrate", dicono dall'associazione.