SEFRO – Aveva messo in piedi un’attività particolarmente remunerativa del commercio di coni e deliniatori stradali in plastica , nonché adesivi e collanti sempre impiegati nell’ambito della segnaletica stradale. Il tutto però come azienda sconosciuta al Fisco da oltre due anni, con la sede operativa a Sefro (provincia di Macerata) non dichiarata agli uffici competenti, con la quasi totalità di lavoratori in nero e con nessuna autorizzazione per lo svolgimento di lavorazioni chimiche. Una vera e propria azienda “fantasma”, insomma. con tanto di sito internet pubblicitario ben strutturato.
Al momento dell’accesso in azienda, i finanzieri, coadiuvati anche dal personale ARPAM di Macerata e Camerino, sono rimasti stupiti: non per la totale mancanza dei registi contabili obbligatori, non per la precarietà dell’intero stabile, ma bensì per i numerosi contenitori in plastica contenenti quintali di rifiuti liquidi tossici mai smaltiti e per il restante materiale pericoloso sparso nei corridoi della fabbrica.
Il tutto senza autorizzazione alle lavorazioni chimiche e senza registri di carico e scarico dei rifiuti.
Rinvenuti quintali di acido esausto usato per lo sgrassamento e lavorazione dei materiali “made in China”: per dare l’idea, i solventi esausti rinvenuti, così come affermato dai tecnici ARPAM intervenuti sul posto, arrivano a corrodere anche parti di acciaio a determinate temperature.
Contestualmente, i Finanzieri hanno proceduto all’ inizio di verifiche fiscali ed amministrative, le quali sfoceranno in contestazioni di decine di migliaia di Euro, anche e soprattutto in materia di lavoro nero e irregolare ; durante l ’ispezione , è emerso, in maniera chiara ed evidente, la mancanza delle più elementari misure di precauzioni in materia di sicurezza del lavoro, e nello specifico, mancanza di sistemi atti a convogliare le esalazioni derivanti dalle attività svolte all’interno dell’opificio, il tutto a discapito della salute dei lavoratori.
L’intero stabile è stato sottoposto a sequestro per ulteriori indagini ai sensi della normativa a tutela dell’ ambiente ed il rappresentante legale, cinquantunenne di Fabriano, è stato deferito alla locale Procura.
Le indagini, ancora in corso, sono coordinate dal la Procura della Repubblica di Macerata.