MACERATA – Il terremoto rischia di cancellare le circa 220mila presenze turistiche annue che si registrano nella zona dei Monti Sibillini, tra le province di Macerata, Ascoli Piceno, Fermo e Perugia, devastate dal sisma.
A lanciare l’allarme è la Coldiretti sulla base di un rapporto Unioncamere-Minambiente, con le scosse che hanno determinato una vera e propria fuga di turisti, disdette delle prenotazioni, presenze praticamente azzerate e previsioni ovviamente disastrose in vista delle festività natalizie. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, nel versante marchigiano delle aree colpite dal sisma sono attivi circa 180 agriturismi. La maggior parte, 120 si trova in provincia di Macerata, mentre una trentina di strutture a testa sono nelle province di Ascoli Piceno e Fermo. Proprio gli agriturismi rappresentano il fulcro dell’attività ricettiva in queste zone, assieme a B&B e alberghi, prevalentemente a 3 stelle. Non a caso il settore agricolo è anche quello più rappresentato, davanti a commercio e ristorazione e accoglienza, mentre l’agroalimentare è considerato il motore della vacanza in questi luoghi, assieme alle bellezze naturalistiche. Da qui la necessità di sostenere la ricostruzione e la riprese delle attività per evitare l’abbandono definitivo di queste zone, a partire, sottolinea Coldiretti, dall’invio immediato di moduli abitativi e stalle mobili nelle campagne terremotate, per dare la possibilità agli allevatori di continuare a restare accanto ai propri animali. E’ dal loro lavoro, infatti, che dipende il futuro dell’offerta enogastronomica di queste zone, dal pecorino dei Sibillini al Vitellone bianco Igp, dalla filiera dello zafferano a quella del ciauscolo.
VERIFICHE IN CORSO Intanto sono in corso 125 verifiche alle strutture agricole e zootecniche marchigiane danneggiate dal sisma del 30 ottobre. Si tratta di nuove segnalazioni, giunte in queste ore, rispetto ai controlli conclusi dopo il sisma del 24 agosto scorso. Sono dieci le squadre al lavoro, per ultimare le verifiche entro domani. Alle quattro operative nella provincia di Macerata, sono state aggiunte tre provenienti da Ancona e altre tre da Pesaro e Urbino. Le lesioni segnalate riguardano, soprattutto, allevamenti e abitazioni agricole. L’area interessata dal nuovo sisma ha una vocazione produttiva zootecnica molto significativa, con una popolazione animale, da reddito, composta da circa 12.000 bovini, 35.000 ovini, 17.000 suini e 1 milione di capi avicoli. Questi allevamenti, nonostante i danni che il sisma ha arrecato, continuano a produrre. “Stiamo concentrando lo sforzo nelle aree a maggiore criticità, convogliando squadre di tecnici nel Maceratese – afferma la vicepresidente e assessore all’Agricoltura, Anna Casini – Nessuno verrà lasciato solo. Le istituzioni sono e saranno vicine agli agricoltori e agli allevatori danneggiati dal sisma, perché l’obiettivo primario è garantire la continuità economica e produttiva del settore agricolo, presidio insostituibile dell’entroterra appenninico marchigiano”.
AZIONI A SOSTEGNO Sono state decise immediate azioni a sostegno del sistema agricolo e allevatoriale per le zone colpite dal terremoto, a seguito delle ultime tragiche scosse dello scorso 30 ottobre: una misura urgente messa a disposizione dal Ministero per la copertura del mancato reddito delle imprese allevatoriali, con un aiuto a capo bovino di circa 400 euro e aiuti in fase di valutazione per ovini e suini; l'accoglimento della nostra proposta di raddoppiare il plafond disponibile per le gare in corso per le stalle tunnel temporanee e per le casette; la disponibilità del numero 1515 del Corpo Forestale dello Stato per raccogliere tutte le segnalazioni e le richieste di aiuto da parte degli agricoltori e degli allevatori delle zone colpite dal sisma. Comprendiamo lo stato psicologico di preoccupazione e di paura dei cittadini dei Comuni colpiti dal sisma, ma vogliamo assicurare che il lavoro prosegue da parte delle Istituzioni, della Protezione Civile, del Ministero della Salute e di tutti i soggetti competenti senza sosta per fronteggiare al meglio, nella complessità dell'analisi caso per caso, la situazione". Lo dichiarano in una nota congiunta gli Assessorati all'Agricoltura delle Regioni Lazio, Umbria e Marche.