È definitiva la condanna di Luca Traini a 12 anni di reclusione per il reato di strage.
Lo ha deciso la VI sezione penale della Cassazione. Il 3 febbraio 2018, a Macerata, Traini sparò contro alcuni migranti, ferendone sei. Sin dal primo grado l’imputato è stato riconosciuto colpevole dei reati di strage aggravata dall’odio razziale e porto abusivo d’arma.
La strage – Il 3 febbraio 2018, verso le ore 11, a Macerata, furono esplosi alcuni colpi di pistola nel centro cittadino da una vettura in movimento, una Alfa Romeo 147 nera, ferendo diverse persone e colpendo anche negozi ed edifici. I colpi furono esplosi con una Glock 17, pistola semiautomatica calibro 9, davanti alla stazione, in via Velini e in via Spalato, ma anche a Piediripa di Macerata, Casette Verdini, via Pancalducci e Borgo San Giuliano.
Tra gli altri, fu colpita anche la sede locale del Partito Democratico. Nell’attacco, rimasero ferite sei persone, tutti immigrati di origine sub-sahariana con età compresa tra i 20 ed i 32 anni. Il sindaco di Macerata, Romano Carancini, diramò l’allerta, invitando i cittadini a restare in casa, avvertendo della presenza di una persona che stava sparando in città e informando di aver già fermato il trasporto pubblico e di aver chiesto alle scuole di tenere i bambini all’interno.
Per l’attacco venne arrestato Luca Traini, un uomo di 28 anni, il quale, secondo la ricostruzione, sarebbe partito da Tolentino e, dopo aver sparato, sarebbe sceso dall’auto davanti al Monumento ai Caduti cittadino, dove avrebbe fatto il saluto romano e gridato “Viva l’Italia” con un tricolore legato al collo, prima di arrendersi alle Forze dell’Ordine.
Nella sua casa furono rinvenuti elementi riconducibili all’estrema destra, tra cui una copia del Mein Kampf è una bandiera con la croce celtica.
Fu inoltre accertato che Traini si era candidato con la Lega Nord per le elezioni comunali di Corridonia del 2017, dove non aveva ricevuto alcuna preferenza; nel programma del candidato sindaco per il Carroccio vi era anche il “controllo degli extracomunitari”.
L’attacco con arma da fuoco, che si appurò essere stato indirizzato appositamente verso gli immigrati, fu ricondotto a una matrice razzista.
Si diffuse inizialmente una notizia che ipotizzava che Traini conoscesse Pamela Mastropietro, una ragazza di 18 anni vittima di un altro recente episodio di cronaca nera, avvenuto anch’esso a Macerata, che vedeva coinvolto un immigrato nigeriano, e che il suo gesto fosse in realtà una vendetta. Tuttavia l’ipotesi che i due si conoscessero venne smentita.
Traini dichiarò che le sue intenzioni iniziali erano di recarsi in tribunale per uccidere Innocent Oseghale, arrestato con l’accusa di omicidio della Mastropietro, e di aver cambiato idea solo successivamente, decidendo di attuare un attacco con arma da fuoco verso persone di colore casuali.
Traini venne definito dai conoscenti come una personalità borderline con problemi.