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Superman Renzi si racconta:’Il nostro primo figlio la vittoria più bella’

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michael

di Emanuele Trementozzi
SPORT – Ha iniziato dal basso, dai campi impolverati della Terza categoria con l’allora San Marone del presidente Daniel Marinozzi.

Poi, in pochi anni, è diventato uno dei portieri più ricercati e affidabili del panorama calcistico regionale. Superman Renzi, di nome Michelangelo, sta vivendo un’altra ottima stagione a Corridonia agli ordini di mister Martinelli ed è pronto a parare con la solita classe il tiro più bello che la vita potesse scagliargli: la nascita del primogenito.

Michelangelo, partiamo dalla gara di sabato a Passatempo. Risultato giusto o meritavate il pari? “Purtroppo sabato è stata una partita dove, nel bene e nel male, abbiamo fatto un pò tutto da soli. Abbiamo regalato un tempo ad una buona Passatempese e questo non te lo puoi permettere con nessuno, ancor più con la prima in classifica. Poi, nel secondo tempo, loro si sono un pò abbassati e noi abbiamo iniziato a trovare più fraseggio e ci siamo sistemati trovando il primo gol su rigore e successivamente il pareggio al 70º. Ma la gioia è durata appena cinque minuti, perché un gran tiro da fuori mi ha colto un po' di sorpresa ede è arrivata la sconfitta. Comunque è ancora lunga e nulla è ancora deciso, ci sarà tempo per rifarsi già dalla prossima”.

Sei partito anni fa dalla terza categoria e, in pochi anni, ti sei ritrovato in Promozione e ora in Prima Categoria. Come hai vissuto personalmente questa crescita costante?“Sono ripartito a giocare in terza categoria e, da lì, con tanto lavoro sono riuscito a ricucirmi un ruolo importante nelle varie formazioni dove ho militato. Sono arrivato a giocarmi con Montecosaro una storica finale playoff, vincendola e approdando così in Promozione. Quindi una parentesi non troppo felice a Trodica e ora il Corridonia, dove ho trovato un ambiente sano e uno spogliatoio di ragazzi davvero in gamba”.

Quali obiettivi vi siete posti quest’anno?“Il Corridonia si è posto l’obiettivo di migliorare partita dopo partita, cercando di andare in campo sempre per imporre il proprio gioco. Vedremo a fine campionato quello che siamo riusciti a fare”.

Ad oggi, secondo te, quali sono le sorprese e le delusioni del girone C di Prima Categoria?“Il girone C, da sempre, secondo me è il più difficile. Tante squadre sono attrezzate per far bene e c’è un ottimo livello generale. Non mi sarei aspettato, ad esempio, una Vigor Montecosaro e un Pollenza così in difficoltà, perché hanno in organico ottimi giocatori. Non mi stupisce neanche la stagione del Casette Verdini: sono un ottimo organico e giocano un buon calcio. Sulla Passatempese che dire: ottima squadra, compatta, che prende pochi goal e non a caso si ritrova a guidare la classica”.

Quali sono i tuoi obiettivi personali? “Personalmente sono uno di quelli che crede nel lavoro per migliorare, quindi dico lavorare sodo. Con la squadra vogliamo vincere più partite possibili”.

Sei il classico portiere dai piedi buoni: quanto è importane oggi, per un portiere, saper giocare non solo con le mani?“Oggi, per un portiere, è importante giocare con i piedi perché sempre più viene coinvolto nella costruzione del gioco. Peró non dimentichiamoci che il motivo principale per il quale siamo lì è senza dubbio parare. Detto questo il gioco con i piedi è un arma in più per noi portieri e sarebbe un bene per tutti quelli che praticano questo ruolo, migliorare anche questo fondamentale”.

Per chiudere: chi ringrazi e non dimenticherai mai per questa tua grande ascesa nel calcio marchigiano?“In primis il direttore sportivo del Santa Maria Apparente, Giuliano Forani, che ha creduto in me portandomi dalla terza in prima categoria e, a seguire, mister Paolo Esposto che mi ha buttato nella mischia per la prima volta. Non posso dimenticare mister Luigi Giandomenico con il quale abbiamo condiviso quattro anni belli e pieni di soddisfazioni tra Montecosaro e Trodica e l’attuale tecnico del Corridonia che mi ha fortemente voluto. Non dimentico tutti i compagni di squadra con i quali ho condiviso gioie e dolori e, soprattutto, mia moglie Miris che mi sopporta da sempre e che darà alla nascita il nostro primogenito a fine marzo”.

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