MARCHE – Circa 50 uomini tra protezione civile, guardia costiera ed esperti della Regione Marche, Emilia Romagna, Puglia, Comune e osservatori provenienti dalla Slovenia, Croazia, Montenegro, Albania, partner del progetto Hazadr-Adriatic Ipa, sono stati impegnati dall’alba di questa mattina per simulare la pulizia della spiaggia, a seguito di un finto sversamento in mare di 500 metri cubi di petrolio a largo della costa di Villanova di Falconara Marittima.
Un’esercitazione riuscitissima, seguita personalmente anche l’assessore alla Protezione civile e alla Difesa della Costa, Paola Giorgi. “Nel corso dell’esercitazione – ha detto la Giorgi – sono state attivate tutte le procedure previste dal Piano di risposta costiera per un’emergenza da inquinamento da idrocarburi, nell’ambito dell’attività della sezione WP4, cioè l’implementazione della preparazione e degli equipaggiamenti dei paesi rivieraschi in caso di inquinamento marino accidentale”. “Durante la simulazione – ha proseguito l’assessore – si è verificato l’esito degli interventi effettuati e constatato se gli stessi siano adeguati ai piani e ai protocolli di emergenza in vigore. Le esercitazioni servono a testare non solo il livello di efficienza del sistema integrato di monitoraggio adriatico realizzato dalla Regione Marche, ma anche il livello di addestramento e la sinergia tra le diverse componenti che operano durante l’emergenza, nonché a monitorare l’efficienza e la funzionalità dell’organizzazione di sicurezza”. “Inoltre – ha concluso la Giorgi – l’esercitazione è servita a migliorare il coordinamento delle sale di controllo costiero di Ancona e condividere con i partner del progetto il sistema di valutazione dell’inquinamento costiero”.
Le sale controllo dell’unità Tutela del mare della Regione, una mobile posizionata sul posto e l’altra fissa in Via Palestro ad Ancona, sono state in collegamento continuo per la trasmissione dei dati che hanno consentito di prevenire la dispersione delle sostanze inquinanti e limitare notevolmente l’impatto ecologico. In mare gli uomini hanno predisposto immediatamente le panne: dispositivi galleggiabili in grado di contenere gli idrocarburi dispersi. Successivamente hanno messo in acqua uno skimmer, cioè un congegno galleggiante con dei rulli girevoli utili per raccogliere il prodotto sversato per poi raccoglierlo, attraverso un tubo, in una cisterna. I residui di idrocarburi che sono piaggiati, invece, sono stati raccolti manualmente dai volontari con badili e carriole, mentre gli olii depositati su ciottoli e pietre hanno avuto un diverso procedimento: i ciottoli sono stati inseriti all’interno di una bitumiera e lavati con acqua e solventi, le pietre grandi con idropulitrici ad alta presione. Tutte le operazioni si sono concluse con la decontaminazione, in apposite tende allestite, degli operatori che hanno effettuato gli interventi. “Le Marche – ha concluso l’assessore Giorgi – sono la prima Regione ad avere una legge che norma le fasi della previsione, prevenzione ed emergenza in caso di incidenti marini ed è in grado, quindi, di avere un efficiente sistema integrato di monitoraggio”.
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